Pubblichiamo un interessante saggio di Jean-Marc Royer sul ritorno al nucleare, argomento riemerso come possibile escamotage per compensare i problemi di approvvigionamento energetico mentre le politiche europee verso una reale transizione ecologica rallentano. Un andamento ulteriormente confermato dai frequenti provvedimenti per il mantenimento dei sussidi al gasolio in Germania e dallo stop alla messa al bando dei pesticidi.

La versione originale di questo testo è stata pubblicata su Lundimatin#414, il 5 febbraio 2024.

Traduzione dal francese di Turi Palidda, in omaggio ad Angelo Baracca.

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Le recenti classificazioni del nucleare come energia verde, o alternativa,

prefigurano la cosiddetta “transizione ecologica”

[J-Baptiste Fressoz, in Sans transition] .

Un nuovo elemento con cui misurarsi: le autorità europee e la conferenza di Dubai impongono che si ritorni seriamente su questo argomento.

È da aggiungere il gigantesco piano di ripresa francese. Peraltro, la guerra tra uno Stato che possiede armi nucleari e un altro che possiede sei centrali sul suo territorio fa rivivere tutte le forme di disastro inerenti alla sua esistenza dal 1945.

Di questo tratta il testo seguente, in diciotto tesi, per tornare all’essenza dell’energia nucleare e per proporne una teoria critica.

1 – L’energia nucleare non avrebbe potuto essere inventata senza la conoscenza intima della materia, senza la relatività (E = MC2) e senza la fisica delle particelle. È quindi il figlio maggiore della scienza del XX secolo e ne ha portato al culmine la potenza. La controversia scientifica è stata inizialmente il terreno delle aziende americane del tabacco ed è il terreno privilegiato dei nucleocrati perché sanno che il metodo implica il dubbio. Sanno anche che è il modo migliore per depoliticizzare l’energia nucleare. Ciò non significa assolutamente che nell’esame della questione nucleare si debba rinunciare al metodo scientifico della conoscenza.

2 – L’avventura del Progetto Manhattan [ Nome in codice del progetto di fabbricazione della bomba… ], è soprattutto la ricerca di un potere distruttivo superiore, più moderno e più scientifico delle vecchie soluzioni che facevano appello al “processo” ford-taylorista utilizzato durante la prima guerra industriale, totale e mondiale, poi ad Auschwitz-Birkenau. L’energia nucleare sembrava quindi essere la soluzione definitiva di qualsiasi conflitto. Dato che i rapporti sociali di produzione capitalistici hanno invaso tutti i settori della società a partire dalla fine del XIX secolo, si può tracciare un parallelo tra l’evoluzione strutturale del capitale e quella della guerra o della criminalità di massa che diventano sempre più astratte [Cfr.  J. M. Royer, Capitale e modo della conoscenza.].

3 – L’energia nucleare è un crimine contro l’umanità perpetrato con cognizione di causa dagli Stati Uniti, poi dalle altre potenze nucleari (URSS, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord, Israele): durante la prima esplosione atomica del 16 luglio 1945, si verificò un immediato fallout locale, poi una dozzina di giorni dopo, uno spettacolare aumento delle misurazioni delle radiazioni dovuto al ritorno attorno alla terra della nube stratosferica sulla costa occidentale degli Stati Uniti, un fenomeno dovuto alle correnti a getto d’alta quota conosciuto fin dagli anni 20. Queste ricadute planetarie sono state da allora ampiamente confermate: fauna, flora, atmosfera, litosfera, criosfera e idrosfera sono state irradiate o contaminate, come dimostra l’analisi delle carote di ghiaccio antartiche di Claude Lorius aveva dimostrato fin dagli anni ’60. I pericoli delle radiazioni erano noti già a metà degli anni ’20, per essi Marie Curie, che ne era consapevole, pagò con la vita. Ciò non ha impedito ai medici americani di effettuare su migliaia di persone non consenzienti vaccinazioni di prodotti radioattivi (chiamati “Prodotti Umani”) almeno a partire dall’aprile 1945, secondo gli archivi ora aperti negli Stati Uniti. I criteri per stabilire il crimine contro l’umanità, come veniva definito all’epoca o come lo è adesso, sono soddisfatti.

4 – Ma si tratta di un crimine particolare contro l’Umanità e di un biocidio universale che continua e continuerà a continuare ad vitam aeternam. Le duemilaquattrocento esplosioni atmosferiche, sottomarine o sotterranee, il funzionamento delle centrali elettriche e più in generale tutti i suoi usi cosiddetti civili, ne fanno un fenomeno perenne le cui conseguenze sono immense: sessantacinque milioni di morti dal 1945 secondo il Chris Commissione Busby voluta dai deputati Verdi del Parlamento Europeo nel 1998, vale a dire più vittime della Seconda Guerra Mondiale. Ma poiché questo disastro non può essere ridotto a un evento, né spazio né tempo, finito, la Storia ufficiale continua a ignorarlo o a negarlo: oltre a essere sempre scritto dai vincitori, richiede date precise – ad esempio quella del 1492 – per decretare la fine del Medioevo anche se ciò non cambiò assolutamente nulla nella vita materiale e spirituale del 95% dei contadini di allora. Inoltre, l’aumento delle radiazioni ionizzanti su scala planetaria ha portato progressivamente ad una moltiplicazione di varie patologie cancerogene, teratogene e mutagene, sia evolutive che ereditarie, come riferisce cautamente il biologo Alain Dubois: “questo sarebbe il più grande crimine che si possa immaginare” contro l’umanità” [Hagen Scherb e Christina Voigt, “Le probabilità del sesso umano a … un crimine passato, presente e futuro potremmo aggiungere]. La natura duratura di questo crimine contro l’umanità è rafforzata dal tempo di dimezzamento di 29.000 anni di uno di questi elementi, il plutonio. Una sorta di moderna tassa di sangue viene così pagata all’industria nucleare: dove ancora una volta vediamo l’immensa regressione di civiltà che si nasconde nel cosiddetto progresso che dovrebbe qualificarla a partire dal XIX secolo.

5 – In effetti, il negazionismo accuratamente elaborato viene perpetuato ancora oggi con mezzi enormi, mezzi commisurati agli Stati, agli enti e alle industrie coinvolte. Costituisce una delle più grandi parodie della storia moderna, una parodia commisurata agli sconvolgimenti che il capitalismo ha introdotto negli ultimi due secoli. Ecco. Il Progetto Manhattan è stato strettamente controllato dai militari, da tutti i servizi segreti, dalla Ragione di Stato, dai brevetti industriali e dal segreto commerciale.  Tutti i rilievi effettuati sul posto da più di un centinaio di squadre giapponesi, dal 10 agosto a metà settembre 1945, furono rubati e inviati negli Stati Uniti [Cfr. J.M. Royer, Il mondo come progetto manhattan. Dai laboratori nucleari alla guerra generalizzata alla vita, Mimesis, Milano, 2023]. Le altre analisi sono rimaste fino ad oggi coperte dal segreto militare.  Il “rapporto Smith” fu pubblicato dalle autorità degli Stati Uniti il 12 agosto 1945, all’inizio di settembre 1945 fu organizzata una conferenza stampa a Tokio, poi sul luogo della prima esplosione, ad Alamogordo nel Nuovo Messico, il 12 settembre per rispondere all’articolo di Wilfred Burchett che fu il primo giornalista occidentale a recarsi discretamente a Hiroshima per riferire sugli effetti dell’esplosione atomica; il suo reportage ebbe un impatto internazionale. A differenza dell’ideologia nazista, questo negazionismo nucleare come ideologia statale ha la particolarità di poter essere utilizzato sfacciatamente solo dopo che l’evento è avvenuto, vale a dire dopo che l’arma di distruzione di massa è stata testata con successo sulle cavie giapponesi (segreto militare e ragioni di obbligo di Stato). Con la propaganda “Atomo per la pace”, di cui anche il Giappone pagherà il prezzo, è stata messa in atto, per così dire, un’ideologia statale post mortem.

6 – Lo stupore delle coscienze, vale a dire lo sviluppo di quella che oggi chiamiamo strategia dello shock, avviata consapevolmente da uno Stato, dai suoi scienziati, dal suo personale politico e militare, è stato il primo di questa portata; è stato sviluppato nel Comitato Target. L’evento fu così imponente, improvviso, sorprendente, che l’intelletto e l’immaginazione delle folle, già traumatizzate dalla “Guerra dei Trent’anni” (1914-1945), rimasero paralizzate. Poiché questo shock è stato avvolto nel prestigio mistificante di una “rivoluzione scientifica”, ha provocato uno sconcertante sconvolgimento cognitivo e psicologico per le popolazioni di tutto il mondo. Nel linguaggio psicoanalitico si trattava di un trauma, la cui unica forma di “improbabile risoluzione” consiste nella rimozione. Il New York Times titola sulla bomba atomica e illustra, con tavola di appoggio, la formidabile potenza esplosiva di un nuovo ordigno che rappresenta “le speranze di una pace finalmente ritrovata”. In Inghilterra, il Times ha elogiato i benefici dell’energia nucleare per lo sviluppo “della cultura e il miglioramento della mente”. In Francia, […] L’Humanité [dell’8, 12 e 13 agosto] sottolinea il ruolo che gli scienziati francesi hanno avuto in “questa prodigiosa conquista della scienza” e, più particolarmente, il ruolo del “compagno Joliot” in questo campo [Quando il Vaticano condannò l’uso della bomba… [1]] . L’Aurore, Le Parisien Libéré, Le Monde, La Croix e Résistance del 7 e 8 agosto] celebrarono all’unanimità la prima catastrofe atomica, evocando una “scoperta” e “una rivoluzione scientifica”, mentre le rovine di Hiroshima fumavano ancora. Le foto dei disastri causati dai bombardamenti atomici furono deliberatamente nascoste, a differenza di quelle dei campi di sterminio. Ecco perché nel 1959 Alain Resnais e Marguerite Duras fecero legittimamente dire ai loro personaggi: “Non avete visto nulla a Hiroshima”.

7 – Inoltre, Hiroshima e Nagasaki non sono oggetto di una memoria istituzionalmente organizzata come per Auschwitz-Birkenau. Al contrario, gli Hibakusha dovettero aspettare fino al 1957, cioè cinque anni dopo la partenza degli occupanti americani, perché il loro paese li riconoscesse come vittime dei bombardamenti atomici e delle loro conseguenze.

8 – L’energia nucleare, in quanto “astrazione limite”, è la figura della morte più terribile che l’Umanità abbia mai dovuto affrontare. Questa figura della morte è andata ben oltre e va ben oltre tutti i consueti quadri di analisi e di comprensione dell’essere umano (G. Anders), se non altro perché è una minaccia di morte disumanizzata, che mette in pericolo tutte le forme di vita sulla Terra.

9 – L’accumulazione primitiva di capitale in Occidente aveva già ucciso o proletarizzato milioni di schiavi africani gettati nella miseria morale e materiale. Ma quando la detta “modernità” del XIX secolo diede vita a un nuovo mito fondativo – la lotta di tutti contro tutti, definita come motore del progresso – e quando si autorizzò ad andare oltre il divieto di omicidio – è cioè dire il fondamento di ogni cultura, di ogni società, di ogni civiltà – sotto gli auspici dell’eugenetica di massa, è un punto di non ritorno raggiunto con la cristallizzazione di fatto di una “triplice alleanza”: il capitale dell’industria termoindustriale, la moderna modalità scientifica di conoscenza e i moderni stati-nazione.

10 – Nel 1945, solo mezzo secolo dopo la sua cristallizzazione, questa nuova civiltà raggiunse in qualche modo la sua “verità” [Leggi Fashion as the Manhattan Project o gli articoli… ] . Di conseguenza, studiare o combattere l’energia nucleare non significa solo affrontare l’essenza della civiltà del capitale – una morte industriale su scala planetaria – ma significa soprattutto affrontare la questione filosofica centrale della politica della nostra epoca.

11 – Pensare al nucleare è quindi difficile perché impone di pensare costantemente a questa eccezionale cifra di morte senza che nessuno di noi possa prevederne plausibilmente l’esito. In altre parole, in campo nucleare non c’è e non ci sarà mai alcuna speranza di “liberazione”, che nessun essere umano normalmente costituito potrà accettare. È anche uno dei fondamenti della tragedia umana in corso, che è senza limiti.

12 – Come nel caso di Auschwitz-Birkenau, è a causa dei suoi incommensurabili attacchi alla vita e della sua radicale disumanità che rimane impossibile piangere Hiroshima-Nagasaki. E poiché l’effetto di tutti questi disastri e delle loro negazioni non è stato ancora risolto, la coscienza universale resta profondamente alterata. Tutte le generazioni successive al 1945, infatti, hanno avuto in dono nella culla i significanti delle più radicali esperienze di disumanizzazione che il mondo abbia mai conosciuto.

13 – Oltre agli effetti sistemici della “Guerra dei Trent’anni”, è la potenza del nucleare che ha consentito la colonizzazione dei poteri politici da parte di complessi scientifico-militare-industriali. Questa evoluzione degli Stati e del Capitale è in gran parte il risultato della “triplice alleanza” che si è cristallizzata nel corso del secondo XIX secolo in una nuova civiltà il cui potere distruttivo e senza precedenti rimane sorprendente nel senso letterale del termine.

14 – Il 1945 è stato quindi il punto di partenza di una “radicalizzazione del capitale” di cui un sufficiente senno di poi ci permette di dire che si trova in uno stato di guerra generale, ma non dichiarata, contro tutte le forme di vita animale e vegetale sulla Terra. I cosiddetti “trenta anni gloriosi” sono il “pacchetto regalo” che ha parzialmente protetto il nucleare dalle critiche. La moderna modalità scientifica della conoscenza è l’altro strato che protegge l’energia nucleare dalle critiche [Per un’analisi della logica formale,… ]

15 – Avendo assunto questa radicalizzazione nuove dimensioni disastrose e morbose, l’erotizzazione della morte viene a compensare. Gli smartphone che dipendono dai “Minerali di… [2], mentre “l’Immaginazione razionale calcolatrice e trasgressiva” (Cfr. il testo Capitale e modo della conoscenza…) espelle dal campo della coscienza ogni riflessione etica o politica a favore del calcolo e dell’esaltazione di un self made man adattato al suo piccolo schermo, il moderno Narciso dalla schiena curva e dallo sguardo assente, di cui già Fritz Lang ce ne aveva regalato uno intravisto in “Metropolis” nel 1927.

16 – Quando il desiderio viene sradicato e la morte viene erotizzata a tal punto, è un altro segno che una civiltà sta crollando. Non sarebbe il primo, ma la vita di questo sarà brevissima; e poiché esso è diventato globale e anche i suoi mezzi di distruzione sono diventati globali, si verifica una tragedia senza precedenti nella storia umana e in quella della vita.

17 – Pensare diversamente all’energia nucleare. Pensare diversamente all’energia nucleare significa pensarla come una delle rappresentazioni dell’essenza di questa civiltà mortale [16]. Così, l’uso delle espressioni “primavera… e i suoi continui collassi”[3]. Pensare diversamente al nucleare porta a dimostrare come tutti gli Stati non solo hanno fallito sul fondamento della loro legittimità costituzionale che consiste nel proteggere le popolazioni, ma stanno minando profondamente e deliberatamente la loro vita e perfino la possibilità di vivere sulla terra. Questa violenza radicale, che viene esercitata anche in altri ambiti, ci costringe ovviamente a ripensare come contrastarla. È possibile pensare diversamente all’energia nucleare solo abbandonando (attraverso una critica radicale) gli schemi di pensiero che l’hanno generata: la moderna conoscenza scientifica, il capitalismo termoindustriale e i moderni Stati-nazione.

18 – Per una teoria nucleare critica: alcuni requisiti principali. Primo requisito fondamentale di ogni teoria critica dell’energia nucleare: ricollegarsi assolutamente alle questioni totalizzanti e alla costruzione di concetti operativi. Secondo requisito: integrare il cambiamento della civiltà capitalista occidentale nel 1945 come una grande rottura storica e pietra angolare di questa teoria critica. Terza esigenza fondamentale: storicizzare e politicizzare la morte erotizzandola. Quarto requisito: sviluppare una critica interna del moderno modo scientifico di conoscenza e non accontentarsi di un giudizio morale sui suoi usi. Proscrivere definitivamente la parola emblematica Tecnoscienza.  Quinto requisito: evitare il teoreticismo astratto combinando diversi approcci critici, tra cui etico e antropologico. Sesta esigenza: pensare al “futuro” che questa guerra totale agli esseri viventi ci ha lasciato.

NOTE

[1] Quando il Vaticano condannò l’utilizzo della bomba atomica il 10 agosto, l’Humanité se ne sorprese col tono falsamente ingenuo che i comunisti di allora sapevano così ben maneggiare. Fine 1945, il «compagno Joliot» che dirigeva la CEA prima do esserne dimissionato nel 1950, aveva detto al generale de Gaulle: «Caro generale io vi farò la vostra bomba!» Im marzo 1946, nel n. 1 della rivista scientifica Atomes, a proposito del progetto Manhattan scriveva: «Noi non possiamo impedirci di ammirare lo sforzo della ricerca e della costruzione realizzato dagli Americani, come pure il valore degli scienziati e tecnici realizzatori».

[2] Gli smartphones sono tributari dei « Minerali di sangue», sono stati concepiti sin dall’inizio come oggetti di desiderio alla bellezza liscia attraverso cui la potenza del calcolo s’impone alle psiche.

[3] L’uso di locuzioni «primavera silenziosa», «Ground zéro» e dall’estate 2015 «hot spot» per designare i campi d’internamento che i tecnocrati di Bruxelles e d’altrove vogliono aprire alle frontire d’Europe, provengono dal lessico del campo nucleare.

Riferimenti bibliografici

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European Committee on Radiation Risk, Renewable Energy Versus Nuclear Energy: Debunking the Myths, a cura di Chris Busby, 2019,

J-B. Fressoz, in Sans transition. Une nouvelle histoire de l’énergie, Paris, Seuil, 2024

M. Henry, La barbarie, Grasset & Fasquelle, Paris, 1987

P. Lannoye, F. Dupont, Recommandations 2003 du Comité Européen sur le Risque de l’Irradiation, Éditions Frison-Roche, 2004

J.P.Lebrun, Un monde sans limites, Érès, Paris, 2009

J.P.Lebrun, La condition humaine n’est pas sans conditions: Entretiens avec Vincent Flamand, Denoël, Paris, 2010

F. Lurçat, L’autorité de la science, Galilée, Paris, 1995

F. Lurçat, La science suicidaire : Athènes sans Jérusalem, F.-X. de Guibert, Paris, 1999

J-M Royer, Le Monde comme projet Manhattan. Des laboratoires du nucléaire à la guerre généralisée au vivant, Le Passager Clandestin, 2017 [trad.it. : . J.M. Royer, Il mondo come progetto manhattan. Dai laboratori nucleari alla guerra generalizzata alla vita, Mimesis, Milano, 2023]

J-M. Royer, Capital et mode de connaissance scietifique moderne. Un Imaginaire en partage, lundimatin#277, le 1er mars 2021.

J-M. Royer, L’obsolescence du vivant sur Terre, Lundimatin#285, le 26 avril 2021

J-M Royer «Qu’est-ce que le mode de connaissance scientifique moderne», Technologos, le 22 septembre 2023.

Hagen Scherb, & Christina Voigt, “The human sex odds at birth after atmospheric atomic bomb tests, after Chernobyl, and in the vicinity of nuclear facilities”, Environmental Science and Pollution Research, 2011, vol. 18, p. 607-707

 

 

 

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