#omaggio a Toni Negri 1

Non c’era bisogno di essere profeti per immaginare che sulla stampa mainstream la morte di Toni Negri sarebbe stata associata alla eterna figura del “cattivo maestro” e del “teorico della violenza”. È la banalità del male, di coloro che eseguono gli ordini ma non sanno nulla, non conoscono nulla, non si chiedono nulla, non provano a vedere nulla.

Toni Negri nel corso della sua lunga vita ha inciso profondamente sulle nostre vite e sul nostro pensiero. Gli siamo debitori e siamo fieri e fiere di affermare che è stato un grande, grandissimo maestro. Il nostro maestro. Per questo, oggi, è un momento di grave lutto per noi tutte e tutti, ma lo pensiamo nel vento e il vento non sparisce mai veramente e non si ferma. Continua a girare, ad attorniarci e a smuovere il mondo.

Toni Negri ha dato potenza e fierezza all’operaio massa, ponendo al centro dell’azione politica per la trasformazione dello stato di cose presenti, l’autonomia e del lavoro vivo all’interno della fabbrica taylorista. È la potenza del lavoro vivo che può fare a meno del capitale ma della quale il capitale non può farne a meno. L’irriducibilità del lavoro operaio costringe il capitale a ristrutturarsi, a smembrare la fabbrica sul territorio. Nasce, con Negri, l’operaio sociale, nuovo potenziale soggetto di trasformazione, che assume forme di soggettività diverse, il cui campo di lotta diventa la metropoli e le sue contraddizioni sociali.

L’utopia concreta e la potenza degli anni Settanta si sono infrante contro la repressione del potere. Ma le idee che la sorreggevano non si sono rilevate infondate. Le trasformazioni del capitalismo, i nuovi modelli di sfruttamento, l’emergere di nuove tecnologie, il divenire relazionale del lavoro e del general intellect, la forza della cooperazione sociale e del comune come possibile nuova forma di contropotere segneranno le lotte e i movimenti a cavallo del nuovo millennio.

Movimenti e lotte che si muovono nell’angusto sentiero tra ricatto e violenza dei mercati finanziari e globalizzazione neoliberista. Impero e moltitudine: un altro tentativo straordinario di leggere la nuova forma del comando capitalista e la nuova composizione precaria del lavoro. Una scommessa ancora in corso.

Toni Negri ha vissuto una vita bella, colma di amori, di affetti, di amici, di studenti che lo hanno ascoltato e letto, con tutta la passione possibile, che è stato il motore principale della sua esistenza e forse il messaggio principale che ci ha trasmesso è proprio questo: vivi con passione! Una vita spinoziana. Una vita difficile, anche, sempre affrontata con coraggio e coerenza. Una vita generosa, sempre insieme agli altri e alle altre, sempre insieme ai compagni e alle compagne. Toni ascoltava, domandava, voleva sapere dagli altri e delle altre, sempre convinto della possibilità del nutrimento reciproco, della forza inestinguibile dell’essere insieme, dell’agire insieme. L’Italia becera e individualista che oggi si trova al potere questi moti del cuore e della ragione non potrà mai capirli.

Il suo pensiero critico, il suo indomabile ottimismo, il suo essere disponibile e semplice pur nella profondità dell’analisi e del ragionamento di cui è stato capace resteranno per sempre con noi.

Effimera si unisce con grande affetto al dolore di Judith, Anna, Francesco e Nina.

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