Venerdì 30 ottobre hanno scioperato i rider di tutta Italia, con presidi nelle principali città. A Milano, raduno in P.za XXIV maggio.
Domenica 2 novembre, nuovo presidio a Milano in P.ta Genova.
Martedì 4 novembre, biciclettata spontanea per le vie del centro di Milano, con blocco della circolazione.
Mercoledì, 5 novembre, la storia si ripete. Questa volta è interessato il quartiere Vittoria e Romana. Sempre a Milano.
Manifestazioni simili avvengono anche in altre città.
Il gatto selvaggio si muoverà nelle città in lockdown, almeno sino a domenica 8 novembre, proseguendo il blocco delle consegne. Una ventata di aria fresca, di voglia di giustizia e diritti, che ci fa respirare meglio e apre immaginari, in questi tempi di controllo e restrizioni.
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La protesta ha avuto qualche eco sulla stampa nazionale ma è stata soprattutto coperta dalla stampa locale, ed è stata inizialmente organizzata dalla sigla RiderXiDiritti che comprende lavoratori, Union autorganizzate e sindacati — tra cui Deliverance Milano, Riders Union Bologna, Riders Union Roma, la NIdiL Cgil di Firenze, Napoli e Palermo e Uiltucs. La protesta è diretta contro l’accordo raggiunto da AssoDelivery (il cartello delle multinazionali Deliveroo, Glovo, Uber Eats, JustEat e Social Food) con il sindacato Unione Generale del Lavoro-Ugl, siglato il 25 settembre scorso e entrato in vigore lo scorso 3 novembre. Da Nord a Sud sono state numerose le piazze che hanno visto i presidi dei ciclofattorini, da Milano a Roma, da Bologna a Firenze, e poi Torino, Napoli, Palermo e molte altre.
L’accordo criticato prevede il mantenimento del regime di cottimo e blocca, di fatto, l’introduzione di una paga oraria chiara prevista dalla legge 128/2019, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 2 novembre 2019, che dovrebbe essere in linea con i livelli salariali stabiliti per i fattorini dai contratti collettivi nazionali di settore. Il contratto collettivo di lavoro stretto da Assodelivery e Ugl è stato già definito “assai problematico” dal Ministero del Lavoro, per la mancanza di un salario minimo orario definito, per l’identificazione dei rider solo come “lavoratori autonomi” e non subordinati, e per la scarsa rappresentatività del sindacato che lo ha firmato — appunto l’Ugl.
Occorre riconoscere che l’accordo presenta punti che sembrano andare incontro alle esigenze dei lavoratori e alla sua firma è stata incredibilmente accolta anche con toni entusiastici come il primo contratto per i rider in Europa (si veda ad esempio questo articolo su La Stampa).
Si afferma, infatti, che ci sarà un compenso minimo per il rider pari a 10 euro l’ora (come prescritto dalla legge 128/2019 e richiesto dagli stessi lavoratori). Ma tale compenso minimo, si legge poi tra le righe, deve sottostare ad alcuni criteri prestabiliti.
Il compenso del rider è legato all’esecuzione di una o più consegne e parametrato sulla base del tempo stimato per la realizzazione delle stesse. Questo è equivalente ad €10 per ora lavorata e può essere riparametrato nel caso in cui in cui il tempo stimato dalla Piattaforma per le consegne risultasse inferiore ad un’ora. Nella parte finale della disciplina del nuovo contratto, riguardante il compenso si concorda, tuttavia, che il rider riceverà compensi in base alle consegne effettuate, ferma la possibilità per le Parti di determinarli in base a parametri ulteriori. Tradotto in concreto, di fatto si afferma che la paga oraria rimane in funzione del numero delle consegne effettuate e quindi il cottimo, nonostante si affermi il contrario, rimane completamene in vigore.
Non è un caso che a partire dal 3 novembre, proprio sulla base di questi parametri, Ubereats riduce a 1,99€ il compenso a consegna per i lavoratori in turno tutto il giorno; Deliveroo ha abbassato le paghe e tolto i turni, spingendo i fattorini a restare online ore ed ore senza guadagnare nulla; Glovo ha portato la paga base da 2€ ad 1,30 con la parte variabile per km che è passata da 0,63 a 0,50; ed infine JustEat ha allungato le tratte e diminuito la paga minima, portata sotto i 6€.
L’applicazione dell’accordo si rivela per quello che è: una riduzione del pagamento a consegna.
È per evitare questo e richiedere l’abolizione del cottimo che i rider pretendono tutte le tutele della subordinazione. È da più di un anno che sindacati e piattaforme, dovrebbero trovare un accordo diverso, altrimenti sarebbe entrata in vigore la legge 128 come pattuito. Nel tavolo convocato dal Ministero del Lavoro hanno partecipato i sindacati confederali, le Union autorganizzate e AssoDelivery e non la Ugl. Assodelivery di fatto ha boicottato questa trattativa ministeriale (che non a caso oggi si è arenata), perché nel frattempo la lobby stava trattando con Ugl. Nel contratto si conferma la possibilità di usare il cosiddetto free login, ovvero la possibilità di poter iniziare il lavoro quando si vuole: ciò rappresenterebbe la fine delle prenotazioni in fasce orarie nelle app e giustificherebbe la qualifica per i rider di “lavoratori autonomi” (imprenditori di sé stessi!). In questo modo si rischiano turni sovraffollati e spinta alla competizione tra i lavoratori, nonché molti tempi morti per alcuni.
Secondo Deliverance Milano, in questo modo sarà possibile alle piattaforme prevedere paghe più basse. Chi attiva poi partita IVA non sempre si iscrive alla cassa previdenziale, con il rischio di rimpolpare in ultimo il mercato nero e l’evasione fiscale. Per questo è necessaria almeno l’emanazione da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di una circolare di recepimento dell’articolo 2 della legge 128.
Secondo le Unioni sindacali, i ciclo fattorini sono in Italia più di 20.000. La sola Deliveroo dichiara di lavorare con circa 8.500 fattorini.
Il sindacato Ugl dichiara di rappresentare circa 1000 fattorini, senza però fornire le fonti e senza che ci sia un tesseramento. Il fatto paradossale è che la Ugl è da tempo accostata alla frangia più sovranista della politica italiana. Al suo interno hanno mosso i primi passi esponenti come Renata Polverini di Forza Italia o Claudio Durigon della Lega. La maggior parte dei rider sono stranieri e migranti, mentre la Ugl continua a negare ad esempio diritti come lo ius soli e sostiene i decreti sicurezza di Salvini.
La ricattabilità della forza-lavoro migrante è nota, come altrettanto noto è il caso di Uber Eats Italia, messa sotto accusa lo scorso mese dal Tribunale di Milano. Il pm Paolo Storari ha sollecitato il commissariamento dell’azienda (che è stato depositato a fine maggio, n. 91/2020 dallo stesso Collegio del Tribunale di Milano) e indagato 10 persone per caporalato digitale, tra cui anche la dirigente Gloria Bresciani. A dimostrazione che quando ci sono contratti di lavoro non regolamentati si infiltrano anche abusi di questo tipo. Lavoratori già marginalizzati per la loro situazione sociale o in attesa di permesso di soggiorno vengono ulteriormente sfruttati, e la loro paga dimezzata, sotto ricatto, perché non hanno diritti, come la rappresentanza sindacale o tutte le tutele previste per ogni lavoratore subordinato.
Come se non bastasse, nei giorni precedenti la data dell’applicazione di questo contratto farlocco, le piattaforme digitali hanno inviato una mail di avviso ai fattorini spingendoli ad accettare il nuovo contratto, con la minaccia di perdere il proprio lavoro. Ad esempio, Deliveroo ha inviato una mail dal seguente tono: “Se non firmerai il nuovo contratto di collaborazione entro il 2 novembre, a partire dal giorno 3 novembre non potrai più consegnare con Deliveroo poiché il tuo contratto non sarà più conforme alla legge”.
Tale comportamento è degno di essere impugnato, come dichiarano i giuslavoristi dell’associazione Comma 2 “Lavoro&Dignità”, secondo i quali si possono “ravvisarsi ipotesi di reato nella minaccia di risoluzione del contratto in caso di mancata adesione a quel CCNL, per trarne diretto ed illegittimo vantaggio.” L’associazione ha già depositato in alcune città, Roma, Napoli, Torino, Firenze, Bologna e Milano, denunce ed esposti alle rispettive Procure.
Il capitalismo delle piattaforme ha tratto enormi profitti dalla situazione pandemica. Le piattaforme della distribuzione del cibo ne hanno goduto assai: il cibo da asporto ha visto crescere il suo fatturato, con la chiusura dei ristoranti e dei bar. Non c’è mai limite al profitto.
La lotta dei fattorini è quindi paradigmatica. Avviene in un contesto di ripristino di lock-down in cui la libertà di movimento e di mobilitazione è fortemente compromessa. I rider non possono stare a casa e noi possiamo aiutarli boicottando Assodelivery non facendo ordini.
Secondo l’ultimo comunicato di Deliverance Milano (che riportiamo qui sotto, in italiano e in inglese), il blocco delle consegne dovrebbe terminare domenica sera 8 novembre, ma non è detto che possa addirittura proseguire, vista l’alta partecipazione.
La mobilitazione sta infatti dando risultati, come si è appreso da Deliverance Milano, Sindacato Networkers Uiltucs, #RiderXiDiritti
“In seguito alle manifestazioni organizzate in tutta Italia nell’ultima settimana, abbiamo avuto modo di confrontarci con Gabriele De Giorgi, il responsabile ai rapporti istituzionali di Uber Eats, che ha riscontrato un problema nel sistema del calcolo delle tariffe di consegna al quale ha promesso seguirà un successivo adeguamento strutturale. Vigileremo su quanto detto. Nel frattempo la società garantisce un bonus minimo di 2,50 € visibile a ogni consegna effettuata.
Dopo la comunicazione di ieri Glovo è tornata sui suoi passi e ha dichiarato la sua intenzione di riportare le tariffe ai livelli precedenti al nuovo contratto, giustificando i tagli come “un errore di sistema”, nel frattempo sono stati introdotti una serie di bonus temporanei come palliativo. Ciononostante, riders, non un passo indietro: si continua con la mobilitazione fino a domenica!
I lavoratori delle piattaforme hanno espresso in questi giorni tutta la loro volontà di vedersi riconosciute paghe degne e un vero contratto”.
Com’è noto, la lotta paga!
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SCIOPERO METROPOLITANO IN TUTTA LA CITTÀ: NON SIAMO SCHIAVI, SIAMO LAVORATORI ESSENZIALI!
(English below)
Oggi inizia il lockdown. Milano è zona rossa. Noi rider ci troviamo di fronte ad una doppia emergenza. Siamo tra i più esposti all’emergenza sanitaria in quanto siamo stati riconosciuti dal Governo come lavoratori di un servizio essenziale, ma siamo anche in piena mobilitazione perché le piattaforme ci hanno abbassato le paghe mentre ci tolgono equo compenso, tutele e diritti.
Fino a domenica quindi non consegneremo. La protesta dei rider continua.
Sciopero in tutta la città!
Chiediamo a tutti i clienti di non ordinare, ai cittadini di non usare il servizio di consegne a domicilio e fino a lunedì di non consegnare per supportare la nostra protesta.
Invitiamo tutti i rider delle altre città e i clienti a fare lo stesso.
Le piattaforme come Glovo, Deliveroo, Ubereats e Just Eat, ci sfruttano, ci lasciano senza diritti, ci trattano come schiavi. Pensano di poter giocare con le nostre vite, mentre qualche ricco fondo d’investimento estero investe su di loro.
Noi diciamo basta ai ricatti e basta alle paghe da fame. La città è la nostra fabbrica e noi la blocchiamo. La metropoli è il nostro magazzino e noi la picchettiamo.
Sciopero metropolitano, sciopero contro la gig economy. Scioperiamo i falsi contratti, scioperiamo le paghe a cottimo e questo modello di business tossico.
Responsabilità e rischi di impresa non vengano scaricati ancora sui noi lavoratori.
Se siamo lavoratori essenziali, essenziali sono i nostri diritti.
Deliverance Milano
#RiderXiDiritti
METROPOLITAN STRIKE THROUGHOUT THE CITY: WE ARE NOT SLAVES, WE ARE ESSENTIAL WORKERS!
The lockdown begins today. Milan is the red zone. We riders are faced with a double emergency. We are among the most exposed to the health emergency as we have been recognized by the government as workers of an essential service, but we are also fully mobilized because the platforms have lowered our wages while taking away fair compensation, protections and rights.
So we won’t deliver until Sunday. The protest of the riders continues. Strike across the city! We ask all customers not to order, citizens not to use the home delivery service and until Monday not to deliver to support our protest.
We invite all riders from other cities and customers to do the same. Platforms like Glovo, Deliveroo, Ubereats and Just Eat exploit us, leave us without rights, treat us like slaves. They think they can play with our lives, while some rich foreign investment fund invests in them.
We say enough to blackmail and enough to starvation wages. The city is our factory and we block it. The metropolis is our warehouse and we stake it.
Metropolitan strike, strike against the gig economy. Strike out false contracts, strike piece rate wages and this toxic business model.
Responsibility and business risks are not yet passed on to us workers. If we are essential workers, our rights are essential.
#UnitedWeStand #Rights4Riders