Sisters Uncut è un gruppo femminista intersezionale nato a Londra alle fine del 2014. Alla sua base c’è il riconoscimento dell’interdipendenza tra le misure di austerità implementate in Inghilterra negli ultimi sei anni di governo conservatore e la violenza domestica, che non solo persiste ma è in aumento. I regimi di austerity adottati in risposta alla crisi economica del 2008 trasformano i diritti di base in privilegi riservati a pochi. Uno degli slogan piu memorabili del gruppo è “They Cut We Bleed”, “Loro Tagliano, Noi Sanguiniamo!” un riferimento diretto alla connessione tra violenza di genere e austerity. Questa violenza fondante è il punto di partenza per la lotta delle Sisters Uncut. Nel “Feministo” del gruppo sono riassunti lo scopo e i principi fondanti del movimento e si legge:

“La sicurezza è un diritto, non un privilegio! L’accesso alla giustizia non può diventare un lusso. L’austerità è un programma ideologico, e i suoi effetti sui servizi contro la violenza domestica costano vite!”

 

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Foto di Guen Murroni

In meno di due anni dalla sua prima azione pubblica nel Febbraio 2015, Sisters Uncut si è espanso in maniera capillare da Londra alle province Inglesi e in Scozia, coinvolgendo donne di tutti i generi, trans, intersessuali e gender-queer e persone non-binarie. Ad oggi si contano otto gruppi regionali di Sisters, un numero sempre in crescita. Essi condividono gli stessi obbiettivi e principi fondanti ma articolano la lotta su contesti locali, da Newcastle a Portsmouth, nel sud del paese. In Gran Bretagna, statistiche ufficiali indicano che una media di due donne a settimana muore per mano di un ex o di un partner attuale. Come tutte le statistiche, questa è solo un’immagine, terrificante ma parziale, di un quadro molto piu’ ampio che include la violenza e le discriminazioni contro donne trans e gender-queer, che vengono quasi completamente ignorate dalle statistiche.

All’interno di questo contesto, le politiche di austerity colpiscono specialmente le categorie piu vulnerabili perché già emarginate a livello culturale e sociale. Sono le donne trans, intersessuali e gender-queer e le donne appartenenti alle minoranze etniche a portare gran parte del peso dei tagli ai servizi di base sulle loro spalle e le loro esperienze all’interno dei pochi servizi rimasti sono costellate di abusi, pregiudizi e discriminazioni da parte di personale non specializzato. Per questo motivo la lotta delle Sisters Uncut si è focalizzata dall’inizio su queste donne, la cui lotta guida e ispira le nostre azioni.

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Foto di Claudia Moroni

L’espansione territoriale del gruppo ha dato vita a interventi locali che dall’estate del 2016 ad oggi hanno preso di mira alcuni dei punti nevralgici della connessione tra lotta di genere e rifiuto dell’austerity. A Sud e a Est di Londra, i gruppi di Sisters Uncut hanno focalizzato la loro lotta attorno al diritto alla casa, esponendo gli effetti fatali della carenza di case sicure e a lungo termine per chi scappa da violenze domestiche.

How can she leave if she has nowhere to go?” “Come puo’ andarsene se non ha nessun posto dove andare?” questo lo slogan che ha guidato le due occupazioni di protesta lanciate dalle Sisters durante l’estate.

Nel municipio di Southwark, luogo di una delle due occupazioni, uno dei municipi più  multietnici di londra e fino a poco fa anche uno dei più poveri, ci sono solo 26 posti letto per chi scappa da relazioni abusive e il 47% delle donne che chiedono aiuto vengono rifiutate. Allo stesso tempo, nel municipio ci sono più di mille abitazioni lasciate vuote, la gran parte delle quali è in attesa di essere demolite per costruire appartamenti di lusso.

Negli ultimi anni molte autorità locali hanno reagito ai tagli imposti dal governo centrale e alla scarsità di risorse che ne consegue aggiungendo ostacoli impenetrabili per accedere ai pochi servizi rimasti. Questi ostacoli, sono razzisti, sessisti e violenti, e si nutrono delle diverse vulnerabilità  di chi cerca rifugio da una situazione di sfruttamento. Alcune volte sono piccole cose come: lunghi e complicati documenti da leggere, non accessibili a chi non è padrone della lingua, assenza di traduzioni e personale intimidatorio all’ entrata del servizi. Altre volte invece sono ostacoli più sostanziali, come retate e sgomberi forzati e abusi verbali.

Il lavoro delle Sisters Uncut è volto ad esporre le connessioni tra questi diversi tipi di violenza e discriminazione e lottare per l’eliminazione delle violenze simboliche e reali subite dalle donne in ancora troppi aspetti delle loro vite.

 

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Foto di Claudia Moroni

L’8 marzo di quest’anno è una data molto importante per due motivi. In coincidenza con lo sciopero internazionale delle donne che coinvolgerà donne in piu di 40 paesi intorno al mondo, inclusa l’Italia dove il movimento Non Una Di Meno da mesi si sta organizzando su tutto il territorio, il ministro per l’economia Britannico, il conservatore Philip Hammond lancerà il suo budget per il prossimo semestre. Theresa May, l’attuale Primo Ministro, ha rivendicato la sua ascesa al potere come una vittoria femminista. Ma le sue sono parole vuote e devianti.  Femminista non è una donna che durante il suo mandato come ministra dell’interno ha imprigionato e deportato migliaia di donne, molte delle quali verso una morte certa. Come ha scritto Shanice Mcbean, una delle membre fondanti di Sisters Uncut:

“Theresa May è una donna a cui sono state date pari opportunità di opprimere altre donne.”

Il budget dell’8 marzo, i tagli e le concessioni che verrano implementati in seguito, sono uno strumento di violenza. Per questo l’8 marzo le Sisters Uncut protesteranno contro il budget, partendo da un constesto locale per una lotta molto più ampia, in solidarietà con lo sciopero internazionale delle donne.

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