Incredibile significa assurdo, improbabile. È sinonimo di “strano” o “raro”. Viceversa appare sempre più comune e poco originale la condanna per chi protesta, dissente, si oppone. Si spegne, per via di leggi restrittive, ciò che resta del diritto di sciopero, già ampiamente domato dall’estinzione stessa del lavoro subordinato, mentre manifestare diventa un percorso a ostacoli: tutto viene sottoposto a dettagliate limitazioni e a regole. Per terra e per mare si allargano obblighi, restrizioni, punizioni conseguenti. Nelle città e sui luoghi di lavoro aumenta il controllo sulle condotte guidato da ordinanze sul decoro, da codici etici e codici di disciplina.

Pure all’apice della devozione retorica per la democrazia, si è insinuato, insomma, un clima che dissuade la solidarietà, consiglia la prudenza e induce ad avere paura, assicurando silenzio e conformismo.

Tuttavia, anche tenendo conto di questo quadro assai poco incoraggiante, la condanna di due attiviste del movimento Non Una di Meno di Perugia è incredibile, cioè non si può credere che l’Italia stia vivendo davvero vicende come queste, è una “realtà intollerabile”. I fatti risalgono al 29 marzo 2014, durante una manifestazione che contesta la presenza in piazza delle Sentinelle in piedi, apparsi in Italia per ribadire l’ordine naturale della famiglia eterosessuale, contro i matrimoni gay, le unioni civili, la fecondazioni eterologa. Contro l’ideologia gender o “omosessualista”, come la definisce l’estrema destra che a loro si accompagna, facendo da “servizio d’ordine”.

Di fronte a tale regresso della libertà individuali (delle sensibilità, delle vite), le donne di NUDM Perugia organizzano, come successo in tanti altri luoghi d’Italia, un presidio in risposta. E si sono trovate accusate di disturbo della quiete pubblica per avere usato “ombrelli colorati”, un “tamburo di grosse dimensioni”, per un “concupiscente bacio” omosessuale. Inchiesta e processo hanno fatto cadere tali assurde colpe ma la frase “fuori i fascisti dalla città”, rivolta alle sentinelle, “è diventata un pretesto per condannare le compagne con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale”, come spiega il comunicato che sotto pubblichiamo.

Siamo costrette a respirare la stessa aria di Simone Pillon, cioè a vivere anni che stanno facendo a pezzi le conquiste sociali e civili. Si elimina l’assegno di mantenimento nelle separazioni aggravando la situazione di povertà delle donne e dei loro figli, aumentando il ricatto di convivenze a rischio e la violenza economica. Fa parte della stessa perversa logica che consegna le persone esattamente nelle mani dei propri carnefici – si tratti di mariti con i quali non si vuole più vivere o di sfruttatori di lavoro nero – l’approvazione del Decreto sicurezza, che vuole dire cancellazione dei permessi di soggiorno umanitari e perfino la possibilità di revocare la cittadinanza italiana per le persone che “sono ritenute un pericolo per lo stato”. Nel pacchetto sono comprese alcune delle norme cui facevamo cenno in attacco:  introduzione di “Daspo urbano” (che permette a sindaco e prefetto “di multare e allontanare da alcune zone della città persone che mettono a rischio la salute dei cittadini o il decoro urbano”) e introduzione del reato di blocco stradale, mentre la polizia municipale si arma di Taser (pistole a scariche elettriche).

Pensiamo a tutto questo mentre esprimiamo alle compagne di Perugia tutta la nostra solidarietà, con grande affetto. Sicure che non ci faremo intimorire dagli effetti perversi e indesiderati del disincanto di un’epoca che prova ad affermare che non abbiamo mezzi adeguati per combattere l’ingiustizia. Continueremo a combattere per il diritto di amare chi amiamo e di farlo strano, ognuna e ognuno come gli va, contro le diverse forme del senso comune che sono la finzione utilizzata dal potere per normalizzarci. La libertà delle donne fa paura, così come si teme la libertà di movimento di tutti gli esseri umani. Perciò, ribaltiamo la paura: pensiamo, con qualche soddisfazione, a quanta paura continua ad avere di noi il potere, nonostante tutto. Ci teme al punto da dover continuamente sventolare in giro i suoi stracci oscurantisti (C.M.)

*****

** Comunicato Non Una Di Meno Pg per la condanna di due nostre compagne a Perugia **

Fuori i fascisti dalle nostre città!

Esprimiamo tutta la nostra rabbia e indignazione per la condanna in primo grado a tre e due mesi di carcere di due nostre compagne (con sospensione condizionale della pena), ree di aver manifestato spontaneamente e gioiosamente contro le “sentinelle in piedi”, integralisti cattolici la cui “libertà di espressione” si manifesta nel pretendere che altr* non siano (più) liber* di scegliere sulle proprie vite e sui propri corpi.

A pochi giorni dalla grandiosa manifestazione contro la violenza maschile sulle donne e di genere, nella quale ancora una volta la marea femminista di NON UNA DI MENO ha riempito le strade di Roma, questa ridicola sentenza ci ricorda come la violenza di genere e dei generi sia sistemica e strutturale, e conviva con gli apparati dello stato.
Era infatti il 2014 e le Sentinelle in piedi quel 29 Marzo apparivano sulla scena politica per riaffermare la difesa della “famiglia naturale” e i confini della stessa come “antidoto” alle scelte di altri modi di vivere le relazioni e di fare famiglia e alla “dissolutezza” delle soggettività lesbiche, trans, gay, intersex queer e + .
Era il 2014 e la giunta di destra nella città di Perugia da poco insediata sapeva già benissimo chi appoggiare e su quali consensi navigare…

Era il 2014, e già molte delle politiche di austerity neoliberiste, e l’avanzata di destra dilagavano in Europa, preludendo alla vera e propria torsione reazionaria nella quale oggi viviamo.
Già, era il 2014, e ora al tramonto del 2018 quella che sembrava un’ombra nera unitaria agli ultimi rantoli ci appare come un fascismo molecolare, sempre più presente nelle nostre vite quotidiane e ormai senza più vezzi anche nei governi di molti paesi.

Non ci sembrerà dunque un caso se il frontman di molte iniziative cattofasciste, dal “family day” in poi (tutte correlate da un’atavica paura del cosiddetto gender), come pure sostenitore delle sentinelle in piedi, l’onorevole Pillon, sia ora il vicepresidente della commissione infanzia e adolescenza e senatore firmatario dell’ omonimo disegno di legge che in pratica è contro il divorzio.
Trump, Orban in Europa, Minniti e i lager in Libia prima e ora Salvini con le sue politiche reazionarie e il suo DDL su sicurezza e immigrazione: tra i tanti provvedimenti liberticidi di quest’ultimo basti citare il rafforzamento e l’estensione dei daspo, la costruzione di un modello razzista e di apartheid per il paese, che parte dall’annullamento della protezione umanitaria.
E poi la sedicente chiusura dei porti, la violenza dei e ai confini, lo sfruttamento e la precarietà, i lavori forzati ad esempio quelli del reddito di sudditanza (pardon) di cittadinanza.
E ancora Pillon con questo suo vergognoso disegno di legge, le mozioni antiabortiste che stanno infettando varie città d’Italia, e l’assoluzione degli stupratori in tutti i paesi del mondo, ultima per notizia in Irlanda: la vittima indossava un tanga.

E ancora, in Italia Fontana ministro della famiglia, la messa in discussione dell’aborto in Argentina, in Polonia, in Irlanda.
La sentenza emessa pochi giorni fa a Perugia è in perfetta continuità con questi che sono solo alcuni degli avvenimenti e dei personaggi che in una trama complessa e molteplice attanagliano e minacciano le nostre vite, la nostra libertà, i nostri diritti, i nostri corpi e desideri.

Le accuse, alla stregua dell’assurdità di tutto l’impianto processuale, sono cadute: disturbo della quiete pubblica per degli “ombrelli colorati” e un “tamburello di grosse dimensioni” e per un “bacio concupiscente” inammissibile in quanto omosessuale e quindi di per sé disgustoso, potenziale minaccia alla serenità delle famiglie eterosessuali…tutte le accuse, tranne la frase “fuori i fascisti dalla città”, rivolta alle sentinelle,che è diventata un pretesto per condannare, comunque, due compagne con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.
E allora lo diciamo noi, insieme alle nostre compagne: Sì c’erano molti fascisti in quella manifestazione, e anche sessisti e omofobi che occupano sempre di più posizioni di potere, e vogliono controllare le nostre vite, imponendoci come unico modello la famiglia eterosessuale, mononucleare, fondata sul matrimonio, in cui le donne sono subordinate. Ma sono anche razzisti e fascisti perché la sola famiglia che ci propinano e alla quale vogliono assicurare diritto di cittadinanza è bianca, coloniale e borghese.

Siamo orgogliose delle nostre compagne che come attiviste sono state prese di mira da questa ignobile sentenza, che ha come intento il voler dare un esempio di disciplinamento del potere autoritario.

Questo è il nostro coro: se toccano una toccano tutte!
Ci volete sottomesse, ci avrete ribelli!
Non Una Di Meno Perugia
Respect our existence _ or expect resistance !

 

Comunicato pubblicato su Euronomade

 

Immagine in apertura: “Shoot Me!” mostra di Gianluca Vassallo contro l’omofobia, Bologna. Foto di Michele Lapini, 2016

 

Print Friendly, PDF & Email