L’autrice è una giornalista specializzata in reportage sul mondo del lavoro e in temi sociali, diplomata presso l’istituto ESJ di Lille. Riprendiamo volentieri da Mediapart questo suo intervento-inchiesta dal vivo, ritenendo utile e significativo: i comportamenti ribelli vengono ovviamente nascosti dalla comunicazione di potere, per essere poi stravolti e confinati nella cronaca giudiziaria. Ogni opposizione, nel tempo del dispotismo occidentale, viene equiparata a crimine e come tale perseguita. Nel testo originale il titolo (Le Robin de Bois offrent le gaz contre la la reforme des retraites) collega espressamente l’azione militante di questi novelli Robin de Bois alla grande lotta in corso contro la riforma delle pensioni, che Macron tenta di imporre ad ogni costo a colpi di legge, ignorando le continue manifestazioni di piazza e la clamorosa rivolta popolare. La nostra è una traduzione piuttosto libera per meglio rendere il racconto comprensibile ai lettori italiani, senza tuttavia alterarne lo spirito e la sostanza. Su Mediapart, l’articolo in lingua originale

 

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Nella regione marsigliese, in un luogo che lasciamo indefinito, Mediapart ha incontrato Paul* e Marcel*, due tecnici del gas, dipendenti dell’azienda GRDF, che hanno partecipato alle giornate di sciopero e alle manifestazioni. Ma non è tutto: hanno collegato alla protesta popolare un’azione concreta contro il carovita. Per questo manomettono i contatori del gas, in modo che gli utenti paghino solo la metà del loro consumo, ma anche proprio nulla.

Siamo nei pressi di Marsiglia, alle Bocche del Rodano. Loro sono vestiti di nero, mascherati, indossano guanti e si muovono con discrezione. Mi annunciano il programma del loro intervento, con gli occhi che ridono: “Oggi la fornitura del gas diventa una fornitura gratis! »

Chiameremo il primo tecnico Paul, e il secondo Marcel. “Come Paul Marcel, il nostro modello”, ridono i due gasisti, riferendosi al ministro comunista della produzione industriale, colui che sta all’origine della creazione di EDF-GDF (odierna GRDF) e della nazionalizzazione dell’energia, nel 1946. È anche colui che creerà le opere sociali di EDF-GDF, care a Marcel e Paul. “È stato lui a lasciarci in eredità uno status di cui godiamo ancora oggi e che il governo continua ad attaccare. I due si ricordano, e lo ricordano a tutti, che la riforma delle pensioni prevede anche la fine del regime speciale per i lavoratori del settore elettrico e del gas.

L’incontro con i due gasisti avviene, come fissato, alle 6:15 di questa domenica mattina, 12 febbraio 2023, davanti al caffè, ancora chiuso, in una piazzetta molto piccola, con appena un altro negozio e una farmacia, nella regione di Marsiglia.

I due gasisti arrivano a bordo di un’auto che non è la loro. Il bagagliaio è pieno di adesivi del sindacato CGT, di bandiere e di megafoni. “Le persone ci prestano la loro macchina quando facciamo queste azioni in modo da non venire identificati alla guida dei nostri veicoli e non essere riconosciuti”, dice Paul, cercando di evitare, per quanto possibile, di essere ripreso dalle telecamere nel quartiere… Compito peraltro piuttosto facile per i due, che conoscono molto bene i vicoli, le corti e gli edifici, ogni cosa del quartiere, visto che ci lavorano.

Nel dubbio evitano perfino il GPS; durante le azioni di “Robin Hood” tutti lasciano a casa il cellulare e così non diventano identificabili tramite le celle di aggancio.

Operazione – 50% di sconto sul gas nei quartieri popolari

Marcel è quello più piccolo, Paul quello più grande e, ognuno col suo giratubi, insieme aprono le bombole del gas del quartiere, ci infilano dentro le mani per qualche secondo, le richiudono subito prima di appiccicarvi sopra un bollino blu che annuncia: “Elettricità e gas aumentati! Potere d’acquisto amputato! Finanzieri satolli! Tecnici arrabbiati”.

È il nostro granello di sabbia, è quello che possiamo fare, al nostro livello, per il bene comune

Ogni casella contrassegnata dal quadrato blu indica solo la metà del gas utilizzato dagli abitanti. Meglio ancora: i contatori senza la “scatola gialla” (quella che fornisce la telecomunicazione tra i contatori e le reti) possono essere completamente manomessi senza che l’azienda GRDF se ne accorga. Ci dicono: “Operazione al 100% gratuita per gli abitanti di questo quartiere! E il nostro datore di lavoro non se ne accorgerà finché non manderà un agente a leggere i contatori, dunque tra sei mesi o anche di più !”.

Affermano d’accordo Marcel e Paul: “Questo non li tirerà fuori dal casino, ma intanto è già così. È il nostro granello di sabbia, è quello che possiamo fare, al nostro livello, per il bene comune, ed è sempre qualche cosa che va nelle nostre tasche, togliendolo a chi specula sull’energia”.

Il sole del sud non è ancora sorto, i due complici in azione continuano a modificare i rubinetti, percorrono i vicoli della città, velocemente, per non essere interrotti. “Se gli abitanti ci chiedono cosa stiamo facendo noi glielo diciamo, ma se incontriamo la polizia naturalmente non esitiamo a mentire”, sorride Paul. Il silenzio nella strada è completo, poche sono le persone già in piedi.

Le azioni “Robin des Bois” sono presenti già dal 2004

Queste azioni, realizzate dagli agenti-tecnici in mobilitazione sindacale, dipendenti delle industrie dell’elettricità e del gas, non sono in realtà del tutto nuove. Dal 2004, infatti, da quando la struttura di EDF-GDF è cambiata e il suo capitale azionario è stato aperto agli investitori privati, i dipendenti si sono fatti valere, prendendo il controllo del loro strumento di lavoro al fine di opporsi a certe riforme antipopolari, di protestare contro l’aumento dei prezzi dell’energia o anche per chiedere aumenti salariali.

“Da allora abbiamo continuato” ricorda Fabrice Coudour, segretario generale della CGT Mines-Énergie. “Ogni giorno gli agenti svolgono questo tipo di azione “Robin de bois”, ma ce ne saranno molte di più quando saremo pienamente mobilitati. Continueremo a dimostrare all’azienda e al governo che abbiamo le mani ben salde sullo strumento produttivo, dall’inizio alla fine”.

Stiamo rischiando i nostri posti di lavoro e azioni legali, facendo questo, ne siamo consapevoli. Ma lo facciamo per ottenere il ritiro della riforma: questo ci dicono!

I motivi della rabbia sono tanti. Marcel e Paul, tra vari colpi di giratubi, ricordano l’impennata senza precedenti dei prezzi dell’energia, l’inflazione che ha preso per il collo agenti e utenti, rammentano la distruzione del servizio pubblico dell’energia, i profitti record realizzati dalle loro aziende, con un netto utile di circa 3,7 miliardi di euro per Engie, secondo i dati di febbraio 2022.

Dall’inizio del movimento contro la riforma delle pensioni hanno scioperato ad ogni convocazione intersindacale e intendono non tornare più al lavoro dopo il 7 marzo, data in cui i sindacati promettono una giornata di sciopero a tutto campo, in tutti i settori…

Pur continuando le loro attività notturne sulla rete

“Rischiamo il nostro lavoro e i procedimenti legali in questo modo” ricorda, sotto la maschera, Marcel. “Ma lo stiamo facendo perché, se non costiamo molto caro a questo governo, non otterremo mai la revoca della riforma delle pensioni. Troviamo scandaloso anche il prezzo che le persone pagano per avere l’elettricità e il gas. Per noi questo è un bene comune, è necessario che le persone vivano con dignità e non deve essere soggetto alla legge del mercato”. Paul annuisce.

Questa domenica, 12 febbraio, Paul e Marcel hanno manomesso una quindicina di contatori del gas, che riforniscono diverse centinaia di case nella zona.

Subito dopo i due lavoratori del gas si dirigono verso le grandi torri: venti piani, cinque appartamenti per pianerottolo. Alcuni non sono dotati della “scatola gialla” che garantisce la comunicazione con GRDF: “Ecco il jackpot!” si entusiasmano i tecnici. “A poco più di un centinaio di case abbiamo appena dato gas gratuito, solo su questa torre”. Due adesivi rossi e neri della sezione marsigliese della CGT Énergie firmano ora il palcoscenico dell’azione.

Dall’inizio del movimento abbiamo rimosso una sessantina di box legati ai contatori Linky

“Dall’inizio del movimento, con riferimento all’erogazione di elettricità, abbiamo rimosso una sessantina di scatole collegate ai contatori Linky, il che significa che abbiamo disconnesso dal computo delle bollette circa 60.000 residenti di Marsiglia” ci racconta Renaud Henry, segretario generale della CGT Énergie di Marsiglia, nella sua sede sindacale. Sul tavolo fanno bella mostra i volantini in difesa del regime speciale per elettricisti e lavoratori del gas, e nell’armadio spunta un grande sacchetto di carta McDo in cui è raccolto il bottino: le 60 scatole recuperate in rete dagli scioperanti.

Per questi circa 60.000 marsigliesi, Enedis non potrà più ridurre al minimo l’energia elettrica a chi non riesce più a pagare puntualmente le bollette. Loro dovrebbero godere di corrente normalmente, e non solo i 1000 watt concessi ai più poveri. Una simile fornitura limitata non consente, ad esempio, di collegare contemporaneamente una macchina del caffè e un frigorifero.

«Se Enedis vuole ancora toglier loro la corrente, dovranno mandare degli agenti sul posto», continua l’operatore della CGT. “Ma noi abbiamo chiesto ai nostri iscritti e assunti come agenti di non eseguire più questi ordini”.

La sezione marsigliese della Cgt Energie rivendica anche il passaggio all’aliquota ridotta di diversi fornai e piccoli commercianti, nonché l’utilizzo del gas pagando il 50%, o anche gas gratis, in due quartieri popolari della città.

A livello nazionale, la Federazione nazionale delle miniere e dell’energia-Cgt non trattiene la soddisfazione nell’elencare le cifre: «Una trentina di strutture sanitarie non pagano più l’elettricità, sono circa 500 le famiglie precarie a cui è stata ripristinata l’elettricità dopo che era stata tagliata. Sono tra 300 e 400 le piccole imprese che ora pagano l’elettricità a tariffa ridotta e più di 100.000 famiglie i cui contatori Linky sono stati modificati e tagliati fuori dal controllo di rete; non possono più subire un calo di carico anche se non pagano. Ci sono perfino alcune hotline di deputati macronisti, a sostegno della riforma, che abbiamo privato del potere” afferma il segretario del sindacato, Fabrice Coudour.

Ore 7:00: fine dell’azione

Nel territorio della Regione Marsiglia Paul e Marcel si concedono finalmente una sigaretta. Sono ormai le 7 del mattino, i primi abitanti escono di casa, qualche macchina comincia a circolare, è ora di fare le valigie. Ma promettono di tornare nei giorni successivi, “per finire il lavoro”. “Per essere in due non è male”, incoraggia Paul.

In meno di un’ora hanno aperto i rubinetti di una quindicina di box-contatori, consentendo il gas gratis a centinaia di residenti o, almeno, permettendo loro di pagare solo la metà del prezzo di quanto consumato.

Ci prendiamo un caffè ristretto, senza zucchero, e i due calano la maschera, si sfilano i guanti, si tolgono il cappello. “In questo modo il fornaio non penserà che lo deruberemo!”. Paul e Marcel pensano che l’allungamento del periodo contributivo, il rapporto con l’età necessaria per accedere alla pensione, l’abolizione dei regimi speciali di protezione non siano solo misure tecniche, ma scelte politiche violente.

“Vogliono abolire il nostro regime quando è in pareggio e ha anche un surplus al punto da versare parte dei nostri contributi al regime generale”, esordisce uno. “E poiché non si adatta alla loro narrativa che il nostro regime è in eccedenza, cercano di farci come la SNCF: aumentano il numero di lavoratori temporanei per avere meno dipendenti statutari che contribuiscono al regime speciale, il che significa che finirà per prenderti a calci in culo”, aggiunge l’altro.

Lunedì, appuntamento con il deputato LREM

Non sorprende che vorrebbero che il loro regime di protezione fosse applicato a tutti i lavoratori. “Se non è possibile così com’è, potremmo almeno generalizzare l’idea di solidarietà che sta alla base del nostro sistema, e che vuole che ogni agente contribuisca secondo i propri mezzi”, sogna Paul, leccando sulle dita le perle di zucchero della sua brioche.

Ne sono entrambi consapevoli, le loro azioni sono molto popolari. Tuttavia, “Robin de Bois”, come Marcel, Paul e gli altri affermano di essere, non si limita a redistribuire ai poveri: colpisce anche i potenti. Gli elettricisti e gli addetti alle società del gas di Marsiglia intendono fare lo stesso già questa settimana. Nessun nome, nessun luogo, nessuna precisazione di data, ma assicurano: “Agiremo in questi giorni, perché al governo capiscono solo questo, il contropotere al potere”

Lunedì 13 febbraio, gli agenti mobilitati incontreranno Claire Pitollat, deputata per Marsiglia nel gruppo LRM (il partito di Macron) ed ex agente EDF. “Abbiamo un appuntamento, prima di passare alla trattativa” assicura Renaud Henry, della CGT Energy locale. “E poi vedremo cosa fare, in base all’accoglienza che ci riserva e alle sue risposte alle nostre domande”.

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