Effimera saluta Nanni Balestrini che ci ha lasciati questa notte. Poeta, compagno, amico, maestro, scrittore, inventore, sognatore, rivoluzionario. Lo ricordiamo con un brano tratto dal poema Blackout, del 1980. Ci mancheranno non solo la sua intelligenza e acutezza, la sua straordinaria capacità di “usare” le parole dando forma ai desideri di una intera generazione, ma anche il suo sorriso e la sua gentilezza

*****

 

6.

un addio con il rock

la foto di un cuore di carta un cuore fatto con un
manifesto per concerto appallottolato

sarebbe ora di mettersi il cuore in pace

con grande dispiacere di molti siamo di nuovo all’anno zero

guardiamo indietro agli scorsi dieci anni e troveremo
facilmente la ragione di questo stupore

la sua coerenza rivoluzionaria di cui ci si vorrebbe
sbarazzare per sognare in pace

la prova sta in questo stupore

perché ha segnato l’inizio dì un’epoca e continuerà ritornare

anno zero perché come nel 1968 ogni precedente egemonia
culturale sulle nuove generazioni deve riconoscere
la propria debolezza

lo spiacevole 1968 non finirà più

mostrando contemporaneamente la fine di ogni pretesa
di egemonia culturale sui giovani

il pubblico si è mostrato in forma diversa e è divenuto
una cosa diversa

7.

come un incubo di questa cultura e di questa società

la sua coerenza rivoluzionaria di cui ci si vorrebbe sbarazzare
per sognare in pace

la fine della cattiva letteratura del riflusso che era essa
stessa una pretesa egemonia

il pubblico si è mostrato in forma diversa e è divenuto
una cosa diversa

la prova sta proprio nella vastità delle reazioni che i
mass-media si sono trovati a registrare

l’Arena è bastata a interrompere questo cattivo sogno

che vorrebbe continuare a vendere i propri prodotti
che nessuno vuole più

con grande dispiacere di molti siamo di nuovo all’anno zero

tutti i giorni nelle fabbriche italiane succede molto di più

lo spiacevole 1968 non finirà più

sono animali nuovi che in Fiat si portano dietro il loro
passato la loro vita privata la loro insofferenza per tutte
le autorità

la Fiat teme il loro odio per la fabbrica

8.

il potere da una parte i giovani dall’altra

lo spiacevole 1968 non finirà più

ci hanno provato tutti a recuperare i giovani

l’Arena è bastata a interrompere questo cattivo sogno

tutto ciò che nel 1968 era ancora latente o indeterminato
si è ora radicalizzato

la sua coerenza rivoluzionaria di cui ci si vorrebbe
sbarazzare per sognare in pace

per i nuovi operai la fabbrica è di Agnelli dicono a me
serve per farci i soldi e tirare a campare

non fanno che pensare al giorno in cui lasceranno la Fiat per

per tutti il lavoro che si compie quotidianamente è
noioso e nocivo

la Fiat teme il loro odio per la fabbrica

e cioè la musica lo stereo il viaggiare il leggere l’andare
al cinema

i capi Fiat non hanno mai visto gli operai ridere e gli
viene una rabbia della madonna

9.

il sogno del riflusso era questo sogno della falsa coscienza

l’Arena è bastata a interrompere questo cattivo sogno

altri si fanno uno spinello e ridono come pazzi

i capi Fiat non hanno mai visto gli operai ridere e gli
viene una rabbia della madonna

le femministe poi sghignazzano tutte le volte che qualche
maschio dà ordini

è l’universo dei valori d’uso che si scontra con la
fabbrica e la produzione

soprattutto i capireparto sentono sulla pelle il loro disprezzo

la Fiat teme il loro odio per la fabbrica

ci sono i gay fanno boccacce scrivono sui muri viva Renato Zero

nel 1979 si è esaurita anche la speranza della fabbrica
come luogo in cui si lotta per il potere

studiare viaggiare suonare fare gli artigiani o andare in India

non fanno che pensare al giorno in cui lasceranno la Fiat per

10.

questi giovani arrivano da un altro pianeta ha commentato

è l’universo dei valori d’uso che si scontra con la
fabbrica e la produzione

e si convincono che non ci sia nessuno strumento
possibile per modificare il loro privato

non fanno che pensare al giorno in cui lasceranno Fiat per

per lavorare ma appena suona la sirena scappano come
lepri se possono si mettono in mutua

nella città disgregata dall’immigrazione resa inumana
dai quartieri ghetto dove la qualità della vita è drammatica

il salario è insufficiente perché l’unica comparazione
possibile sono i bisogni che emergono

i capi Fiat non hanno mai visto gli operai ridere e gli
viene una rabbia della madonna

non si affezionano al posto come ai tempi del miracolo economico

nel 1979 si è esaurita anche la speranza della fabbrica
come luogo in cui si lotta per il potere

11.

i giovani escono dalla fabbrica e entrano nello spettacolo

nel 1979 si è esaurita anche la speranza della fabbrica
come luogo in cui si lotta per il potere

infatti nel 1969 è finito spazzato via dall’operaio massa
il mito della grande azienda a cui il dipendente doveva
tutto e a cui era legato con la professionalità il lavoro
la morale

nella città disgregata dall’immigrazione resa inumana
dai quartieri ghetto dove la qualità della vita è drammatica

il salario non è più misura come per la generazione precedente
della sproporzione fra le prestazioni effettuate
e quanto percepito

è l’universo dei valori d’uso che si scontra con la
fabbrica e la produzione

12.

nella fabbrica non c’è speranza

nella città disgregata dall’immigrazione resa inumana
dai quartieri ghetto dove la qualità della vita è drammatica

 

(Nanni Balestrini, Blackout, prima edizione 1980)
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