Da oggi in Grecia si festeggeranno due OXI.

Fino a questo momento il grande OXI ha rappresentato il NO con il quale il 28 Ottobre del 1940 il dittatore greco Ioannis Metaxa’ si negò al telegramma dell’allora Console italiano ad Atene, Emanuele Grazzi, che richiedeva il libero passaggio dell’esercito italiano attraverso il confine geco-albanese, con l’intento di occupare alcuni punti strategici del regno di Grecia quali punti di appoggio e rifornimento per le successive campagne di guerra in Africa. Quell’OXI fu l’inizio di una guerra!

Insomma ogni anno, in Grecia, il 28 Ottobre, mi sento cantare, in maniera affettuosa, dai miei amici, i versi della canzoncina “Kοροιδο Mουσολινι ” che sbeffeggia Mussolini e che afferma che non rimarrà nessuno tra le file dell’esercito fascista e che anzi verranno a Roma a issare la bandiera greca.

Qui i telegrammi ultimativi e gli OXI risvegliano l’orgoglio greco, l’orgoglio di un piccolo Paese con una grande Storia. Che nessuno fraintenda le mie parole perché il popolo greco è un popolo cordiale, pacifico e rispettoso… spesso infatti orgoglio e nazionalismo vengono confusi, ma in questo caso è sbagliato.

Se vivo qui è principalmente per due motivi:

  • rispetto all’italiano medio il greco medio l’OXI ce l’ha dentro.
  • i greci amano gli italiani, per cui mi viene tutto più facile.

Dopo questa breve introduzione vorrei raccontare, sommariamente, quello che è successo durante questa settimana in Grecia e cercherò di farlo evitando tecnicismi, teorie, analisi e tutto ciò di cui non sono capace né voglio esserlo. Userò solo sensazioni, sentimenti e riflessioni consapevole del fatto che sensazioni, sentimenti e riflessioni sono e rimangono parziali, personali.

Io non ho mai visto in Grecia una crisi più grande di quella di quest’ultima settimana. Quando parliamo di crisi subito pensiamo all’economia, ai risparmi, ai soldi, alla povertà, al lavoro, alla fame. OXI, cioè appunto no, non è così: qui siamo in Grecia e ogni parola che usi ha un senso e un’etimologia chiarissima. La parola crisi deriva dal verbo “κρινω” (scegliere, decidere) e la parola crisi allora non è altro che l’atto mentale che porta a una scelta, a una decisione.

La propaganda spietata, e a volte surreale, dell’opposizione, dei mass media e delle multinazionali, un miscuglio palesemente riconoscibile come “IL POTERE”, ha fatto perno proprio su questo concetto mettendo in crisi proprio le facoltà mentali e la possibilità di scelta delle persone. La domanda del Referendum era infatti semplicissima, in parole spicciole: “Accettate il nuovo memorandum proposto dalla Troika, SI o NO?”. Il NO a questa domanda avrebbe dovuto essere un secco 100% da parte di tutta la popolazione.

Non erano e non sono, però, affatto certe le conseguenze di tale scelta. Il SI voleva dire restiamo in Europa e facciamo quello che ci dicono di fare e che, fino a prova contraria, ci sta rovinando la vita; il NO era comunque un salto nel buio, una prova di coraggio, un sentimento di orgoglio, un OXI che non riflette tanto il tema della sovranità nazionale, ma piuttosto un OXI che riflette un “vaffanculo, adesso basta, vaffanculo, OXI”… e questo i greci lo sanno fare e lo so fare anche io (e me ne vanto!).

Questa era una prima riflessione.

Vorrei però raccontarvi alcuni fatti, alcuni veri e alcuni frutto della propaganda di questi giorni, cose che distraggono le riflessioni e inducono una crisi dell’atto che porta a una scelta, a una decisione, inducendo viceversa al consenso attraverso la manipolazione.

  • Le file ai bancomat: le file ai bancomat ci sono, e ci sono perché la gente può prelevare un massimo di 60 euro al giorno, e chi ce li ha, perché li ha risparmiati, se li vuole prendere. Esse si sono verificate soprattutto di fronte alla Banca Nazionale Greca, che detiene il maggior numero di conti correnti, e nelle zone a maggior densità abitativa. Per farvi un esempio, vicino a casa mia c’è un bancomat e la fila non c’è. Inoltre, essendo tutto capitato tra la fine e l’inizio del mese, c’era anche la questione delle pensioni, con i pensionati che volevano ritirare i loro soldi e tali limitazioni al prelievo hanno indubbiamente portato un disagio. Ma tutto questo è stato strumentalizzato all’inverosimile dalle TV private, e anche dalla stampa italiana, che, in fondo, si rivolgono soprattutto a coloro che si informano solo attraverso la televisione, e cioè agli stessi pensionati. La fotografia di un anziano che piange seduto a terra è diventata l’emblema della crisi greca mentre, in realtà, la gente approfittava della coda ai bancomat per discutere della situazione politica, come fosse all’Agorà. Inoltre, qui la maggior parte della gente soldi non ne ha più, quindi c’è poco da prelevare. Un semplice calcolo: 60×30 fa 1.800 euro al mese, io lavoro tre giorni alla settimana e guadagno 420 euro al mese e i soldi finiscono ben prima di arrivare in banca.
  • Le TV private: come sapete, la televisione pubblica ERT è stata chiusa dal precedente governo ed è stata appena riaperta dal governo Tsipras. Nonostante ciò, è stata l’unico canale a informare rispettando la par-condicio. I canali MEGA, SKAI, STAR e ANT1 sono canali privati e appartengono all’oligarchia greca, gente e famiglie che te li ritrovi in tutti i settori dell’economia greca. Ecco, questi canali sono stati veri e propri disinformatori, manipolatori, terroristi. Qui, oltre a gridare “OXI” si grida “Delinquenti e ruffiani giornalisti”. Oggi, guardando i risultati del Referendum, ho notato come la telecamera del canale MEGA, che inquadrava la piazza Syntagma colma di gente, era posta in un luogo defilato e con un inquadratura fissa: so benissimo che stanno nascosti perché se solo si avvicinano alla gente finisce male. Io stesso, ieri, ho partecipato al presidio di protesta sotto i loro uffici. Il canale SKAI è stato denunciato da Syriza perché sabato, a un giorno dal referendum, continuava comunque a trasmettere programmi di campagna elettorale anche se vietato dalla legge.
  • L’offerta della Wind: la compagnia telefonica Wind dal 1 al 7 luglio offre 1500 minuti di conversazione gratuita a coloro che inviano il messaggio “1500 NAI”, e NAI vuol dire SI. Quando ho fatto presente a una ragazza a una manifestazione cosa voleva dire mi ha risposto: “Non ci avevo pensato!”. Meno male che ha usufruito dell’offerta ma che votato OXI!
  • La strategia del partito Nea Demkratia: qualche giorno fa è stato reso noto un documento riservato, un leak, che riguardava la strategia del partito di opposizione di destra. Era illuminante ma tutto ciò è sempre da prendere con le pinze in periodo di campagna referendaria. Il documento descriveva, tra le altre cose, come dovevano essere rilanciati dalle agenzie i sondaggi, in modo da far credere al crescendo del SI.
  • I sondaggi: indipendentemente dal documento di cui sopra, i sondaggi insieme al martellamento televisivo hanno creato un clima di rimonta del SI rispetto al NO fino ad arrivare a darlo in lieve vantaggio. La verità, però, era che io, dopo circa 15 anni di vita ad Atene, conoscevo personalmente solo sei persone che avrebbero votato SI e invece un’infinità di altre che avrebbero votato NO e mi rifiutavo dunque di crederci. Penso che questa sensazione sia stata una sensazione comune.
  • L’effetto rinculo: la propaganda del potere basata sul terrore ha avuto inizialmente presa, soprattutto appena annunciato il Referendum e con la chiusura delle banche. Ma, alla fine, ha avuto un effetto che io chiamo “di rinculo” perché il movimento in Grecia è forte, radicato e organizzato. Appena il movimento, tutto, indipendentemente dalle ideologie, dalle divergenze e ostilità interne, ha capito che avrebbero potuto far votare SI al Referendum si è unito con tutte le sue forze per contrastare il Potere e ha vinto, facendo una campagna martellante dal basso. Un altro elemento indicativo: io, sostenitore del NO, prima di guardarmi un video su youtube a sostegno dell’OXI dovevo aspettare i 4 secondi del messaggio pubblicitario del SI prima di poter saltare l’annuncio!

Personalmente, non credo affatto che un Referendum basti per esprimere una nuova forma di democrazia diretta. Dopo aver assistito a certi meccanismi ci credo ancora meno. La democrazia diretta è senza dubbio un’altra cosa, è partecipazione viva e non può essere ridotta solo a una crocetta.

Tuttavia io sono qui perché qui è nata la Cultura, qui la Democrazia è morta e qui penso che qualcosa di nuovo potrà nascere. E poi, a pensarci bene, un’Europa senza Grecia non ha senso!

P.S: ora basta con ‘sto OXI!

Atene, 5/7/2015

 

 

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