Lo stile Minniti che prima vara le persecuzioni di Riace e Lucano poi fa discorsi nei quali dice che “sta con loro” fa evidentemente scuola.  Prostrandosi al truce “capitano” dell’attuale disastrosa politica italiana il presidente della Repubblica ha firmato l’aberrante “decreto sicurezza”, provando poi a ridare smalto all’aureola che solitamente – e inspiegabilmente (almeno da un punto di vista laico) – circonfonde personaggi del suo rango con un discorsino fine anno tutto belle intenzioni, facendo le moine come a distinguersi dalle politiche giallo-verdi. E allora giù con le riverenze e gli omaggi sperticati da parte di ogni benpensante, al quale il governo Salvini fa tanta paura da non saperci che fare, se non appunto dirne sommessamente male, compatire le sue vittime e sperare che ci pensi la provvidenza a metterlo in crisi.

È bastata però la decisione chiara e netta di due sindaci coraggiosi alla testa di città capaci di farsi felicemente ibridare perché il velo cadesse. E il decreto apparisse per quello che è: radicalmente incostituzionale, destrutturante e criminogeno. Così  incostituzionale, destrutturante e criminogeno da macchiare della più odiosa correità chiunque non vi si opponga.

Sono appena trascorse le doverose celebrazioni di quel funesto 1938 durante il quale troppi furono i cittadini ligi al loro dovere di rispettare le leggi, quelle razziali volute da governi nazisti e fascisti sterminatori, che già si sentono riprendere le litanie mainstream che la legge è la legge, e che dunque va rispettata sempre e comunque.

Come dimostra l’accanimento sistematico contro Lucano, Riace, le navi come Open Arms e così via, il gioco persecutorio si sta facendo più che mai duro. E probabilmente siamo solo all’inizio. Ricordiamo che tra le accuse mosse contro ogni iniziativa che persegua il soccorso e l’accoglienza degli stranieri in difficoltà ci sono anche quelle infide di irregolarità amministrative di dettaglio. Il pericolo di aggressioni governative, non nel merito, sul terreno del contenzioso più esplicito pare alto e incombente.

Occorre certo stringersi attorno ai sindaci come Orlando e De Magistris che stanno opponendo resistenza al vergognoso decreto, ma soprattutto occorre far di tutto perché questo fronte di rifiuto al decreto si allarghi in città ove sia possibile, premendo sui sindaci più indecisi.

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