Il 30 gennaio 2024, a Milano, alla libreria Les Mots, si terrà la presentazione del libro di Gianfranco Pancino, Ricordi a piede libero. L’Autonomia Operaia, l’esilio, gli studi sull’Hiv, Mimesis edizioni. Insieme all’autore interverranno Emilio Mentasti e Giuseppe Bertoni

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“Oggi, 19 Maggio 2021, incomincio a scrivere. Ancora una volta, durante le ore insonni della notte scorsa, ho avvertito l’urgenza di cominciare a scrivere sulla mia vita. Due affanni mi spingono: il timore che la mia memoria, già sminuita, non mi sorregga nel ricordo; il timore di aver perso la padronanza dell’italiano che scorreva agevolmente quarant’anni fa, prima di confrontarsi con gli scogli delle nuove lingue. Mi tratteneva anche la quantità di esperienze, di sensazioni, di avventure da raccontare. Dovrei scegliere un punto di partenza, da cui sviluppare il racconto, ma si inseguono e accavallano ricordi e emozioni della latitanza in Italia e in Messico, emozioni e ricordi degli anni di militanza politica. Il periodo dell’esilio parigino è più vicino ed è il più chiaro, più facile da raccontare, ma sono gli anni precedenti che hanno fondato la mia esistenza, su cui poi ho potuto ricostruire una nuova, la terza?, vita. Ho avuto la fortuna di vivere tre vite diverse, ognuna vissuta intensamente: la vita politica, la più entusiasmante; la vita del fuggitivo, sdoppiata e avventurosa; e la vita rifondata, dello scienziato. In tutte mi sono fatto delle sfide: di cambiare me stesso e la società, nella prima; di vivere e non accontentarmi di sopravvivere, nella seconda; di conquistare un posto che mi era teoricamente inaccessibile, nella terza. E in premio la spinta della curiosità, l’ardore della ricerca, la sensazione di non essere inutile. Racconto qui la mia storia, non è la storia del movimento rivoluzionario degli anni ‘70 in Italia, non è la storia dell’Autonomia operaia, non è la storia di un’avventura scientifica, è la mia storia, anzi quel che me ne resta nel ricordo. Non ho mai tenuto diari o quaderni di note. I miei ricordi di fatti e persone possono perciò essere imprecisi. Ho però i quaderni delle mie poesie, in cui ho espresso il mio animo negli anni della giovinezza, almeno fino al 1982. Le mie emozioni vi sono infisse, come i pioli di una scala su cui si arrampica la mia memoria”.

Gianfranco Pancino, Pancio per gli amici e i compagni d’antan, torna in Italia per consegnarci la memoria della sua vita, anzi delle sue “tre” e più vite: la vita politica degli anni ‘60 e ‘70 nel movimento studentesco e in Potere operaio a Padova prima e poi  nell’Autonomia operaia a Milano; la vita dell’esule in Messico e a Parigi  negli anni ‘80 e poi quella del ricercatore e studioso. Le lotte operaie a Marghera, i comitati e le assemblee di fabbrica, il marxismo, ma insieme la controcultura, l’antipsichiatria, l’esperienza delle Comuni, le sostanze psicoattive, gli amori. E poi la clandestinità e l’esilio e la reinvenzione di una identità come professore universitario e come ristoratore. E infine la vita di rifugiato in Francia e la ripresa degli studi di medicina e la ricerca su cancro e AIDS.

Non una storia del movimento, non una storia dell’Autonomia operaia, neppure la storia di una professionalità scientifica, ma la storia di una vita “singolare” vissuta in una continua relazione all’interno di una avventura collettiva.

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