Da diversi anni il Cercle de Réflexion Interarmées (CRI), composto da una quindicina di soldati francesi di alto rango, continua ad essere allarmato dalla deriva “pro-Nato-statunitense” da parte della Francia. Nella sua lettera aperta (pubblicata qui) al Segretario generale della NATO, Jean Stoltemberg, che è anche il leader del Partito laburista norvegese (di un paese che non è membro dell’Unione europea), si legge l’appello esplicito : “OTAN 2030 : Bisogna fermare il folle treno prima che sia troppo tardi!”. L’argomentazione di questa lettera merita attenzione perché contiene un’analisi dettagliata di questo progetto NATO 2030 (qui il testo originale) che, senza mezzi termini, è letto come l’intento statunitense di indebolire e schiacciare ogni residuo dell’indipendenza francese conquistato grazie alla strategia gollista e di schiacciare anche ogni possibilità di autonomia europea. Ovviamente l’analisi di questi soldati cerca di rilanciare il nazionalismo gollista e si oppone al progetto Nato 2030 per difendere la lobby militare-industriale francese che rischierebbe di essere soggetta all’egemonia statunitense o addirittura a jointventure con gli Stati Uniti al pari della quasi totale subalternità dell’Italia (vedi Verso una strategia francese utile all’Europa. Degli alti graduati pubblicano il loro manifesto).
Il documento CRI merita attenzione, ma continua ad essere favorevole alle armi nucleari. Come si legge sul sito web di France Diplomatie del governo francese: “Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TIAN), entrato in vigore il 22 gennaio 2021, è un testo inadatto al contesto della sicurezza internazionale. né contribuiscono ad abbassare le crescenti tensioni, né ad affrontare efficacemente la proliferazione delle armi di distruzione di massa che la caratterizzano”. Così, come tutti i paesi della NATO e le potenze nucleari, la Francia si è rifiutata di firmare questo Trattato votato da 122 stati su 192 e già ratificato da 54 (sopra i 50 il tratto è approvato). Inoltre, la Francia continua il suo impegno militare nella guerra in Niger, Mali e altri paesi nella sua corsa per accaparrarsi delle cosiddette “terre rare”, petrolio, uranio ecc. In questo contesto, in concorrenza con la Francia, l’Italia si allinea completamente agli orientamenti degli Stati Uniti (sin dalla guerra alla Serbia con il governo D’Alema, il Partito Democratico Italiano è diventato il principale referente affitto politico delle lobby militari e di polizia in Italia). Così, mentre il CRI denuncia giustamente che il progetto NATO 2030 rischia di spingere l’Europa verso la guerra, non prospetta alcun orientamento che possa garantire una pace duratura. Questa può essere garantita solo dalla scelta di abbandonare completamente ogni proiezione offensiva e abbandonare la produzione e il commercio di armi. Le basi militari sono fonti di inquinamento; l’uranio impoverito ha ucciso la popolazione civile e persino nei ranghi delle forze armate. L’amministrazione Biden si sta rivelando pericolosamente istigatrice di guerra anche in Europa; le promesse di un atteggiamento apparentemente rassicurante e amichevole non hanno cancellato l’arroganza del nuovo segretario degli Stati Uniti, Blinken, in occasione della sua partecipazione al consiglio NATO a Bruxelles il 23 marzo 2021.
La lotta per la pace diventa quindi nuovamente urgente ed è ovvio che dovrebbe essere anche lotta contro la distruzione dell’ecosistema. La battaglia per la pace e la battaglia ecologista dovrebbero essere un’unica lotta per la pace contro tutte le potenze nucleari e le scelte militari (G.G e T.P.)
Ecco il testo della lettera del CRI
Signor Segretario generale, giovedì 18 febbraio 2021 Le è stato presentato lo studio “NATO 2030”, prodotto a sua richiesta. Esso indica quali dovrebbero essere le missioni della NATO per i prossimi dieci anni. Fin dall’inizio, appare esplicito che l’intero orientamento della NATO poggi sul paradigma di una doppia minaccia, una russa, presentata come all’opera oggi, l’altra cinese, potenziale e futura. Due principali linee di forza emergono da questo studio.
La prima è l’arruolamento degli europei contro un’impresa di dominio planetario della Cina, in cambio della protezione americana dell’Europa contro la minaccia russa che incombe su di essa.
La seconda è aggirare la regola del consenso, in diversi modi: operazioni nelle coalizioni dei volenterosi; attuazione di decisioni che non richiedono più il consenso; e soprattutto la delega di autorità al SACEUR (Comandante supremo delle forze alleate in Europa, ufficiale generale americano) sulla base dell’efficienza e dell’accelerazione del processo decisionale.
Ma la lettura di questo progetto “NATO 2030” mette chiaramente in luce un monumento di tranquilla malafede, silenziosa disinformazione e strumentalizzazione di questa “minaccia russa”, una “minaccia” pazientemente creata e poi mantenuta, al fine di “mettere in riga” gli alleati dietro gli Stati Uniti, in vista della prossima lotta con la Cina per l’egemonia mondiale.
Questo è il motivo per cui, signor Segretario generale, prima di ogni altra considerazione sul futuro proposto nel progetto NATO 2030, è importante fare il punto sulle cause e sulla realtà di questa minaccia russa, attraverso alcuni richiami storici di seguito.
In effetti, la storia non inizia nel 2014, ed è dimostrare un’incrollabile malafede storica riguardo alle relazioni euro e russo-americane, passare in una sola frase (proprio all’inizio del paragrafo “Russia”) direttamente dal “partenariato costruttivo” lanciato dalla NATO nei primi anni ’90 all’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, come se nulla fosse accaduto tra il 1991 e il 2014, tra “la gentile Russia del giorno e il malvagio “orso russo” di oggi.
È stata la NATO che, negli anni ’90, ha lanciato una marcia forzata del suo allargamento verso Est, certo su richiesta dei paesi interessati, nonostante le assicurazioni date alla Russia nel 1991 al momento della firma del Trattato di Mosca, e che anno dopo anno ha avvicinato i suoi eserciti ai confini della Russia, approfittando della decomposizione dell’ex URSS.
È infatti la NATO che, senza alcun mandato delle Nazioni Unite, ha bombardato la Serbia per 78 giorni, con più di 58.000 attacchi aerei, e questo sulla base di una vasta operazione di manipolazione e attacco dell’Alleanza, (il cosiddetto piano serbo “Potkova” e l’affare Racak), avviando così, contro ogni legittimità internazionale, la creazione di un Kosovo indipendente strappandone parte del suo territorio a uno stato sovrano, in nome del diritto dei popoli all’autodeterminazione, umiliando così la Russia attraverso il suo alleato serbo.
Questo principio è di geometria variabile, non vale quando si tratta di Crimea composta da oltre il 90% di russi e che si unisce alla Russia senza colpo?
È stata la NATO che nel 2008, forte della sua dinamica “conquista dell’Est”, ha rifiutato la mano tesa dalla Russia per un nuovo “Patto di sicurezza europeo” che mirava a risolvere i conflitti irrisolti in Transnistria, Abkhazia, Ossezia del Sud), in cambio di una certa neutralità da Georgia, Ucraina, Moldova – vale a dire dall’immediato “entroterra” russo – nei confronti della NATO.
Ed è sempre con questo stesso spirito di conquista, percepito come un vero e proprio strangolamento dalla Russia, che è stata scelto, nel 2010, per favorire i gravi disordini dell'”Euromaïdan”, un vero e proprio colpo di stato che ha portato all’eliminazione del presidente ucraino legalmente eletto, considerato troppo filo-russo, in vista del proseguimento della politica di riavvicinamento dell’Ucraina alla NATO.
Conosciamo il resto, con le secessioni di Crimea e Donbass.
È stata la NATO che all’inizio degli anni 2000, dopo aver associato la Russia a una difesa anti-missile di teatro che avrebbe dovuto “proteggere gli Stati Uniti e i suoi alleati, inclusa la Russia”, da un attacco missilistico sparato da “stati canaglia”, in particolare Iran e La Corea del Nord (sic), ha di fatto trasformato nel 2010 durante il vertice di Lisbona, questo sistema in un’architettura globale di difesa missilistica balistica in Europa (BMDE), non più teatro, ma in un vero scudo questa volta rivolto contro la Russia, quindi non certo per proteggerla.
È stata ancora una volta la NATO ad assicurare alla Russia che i siti di lancio dei missili antibalistici (ABM) così dispiegati davanti alla sua porta non avrebbero mai potuto essere trasformati in siti offensivi contro il suo territorio vicino, “dimenticando di specificare” che in realtà questi lanciamissili ABM (MK 41) potrebbero altrettanto facilmente essere utilizzati per sparare missili offensivi Tomahawk contro il suo territorio (nucleari o convenzionali con gittate maggiori di 2000 km a seconda della versione) in flagrante contraddizione con il trattato INF in vigore al momento del loro dispiegamento; si oltrepassava, e di gran lunga, la questione di sapere se il russo 9M729 arrivava a 480 km o a 520!
La potenziale minaccia così esercitata sulla capacità di secondo attacco della Russia, alla base della sua deterrenza nucleare, ha messo seriamente in discussione l’equilibrio strategico USA-Russia, spingendo la Russia a sospendere ogni cooperazione all’interno del Consiglio NATO-Russia alla fine del 2013, quindi prima della vicenda Crimea del 2014, che sarà poi utilizzata dalla NATO per giustificare – a posteriori – la protezione BMDE dell’Europa di fronte alla nuova “minaccia russa”!
Quindi sì, signor Segretario generale, alla fine di questi vent’anni di sforzi sostenuti da parte della NATO per ricreare “il nemico russo”, essenziale per la sopravvivenza di un’organizzazione teoricamente puramente difensiva, sì, la Russia ha finito per irrigidirsi, cercando in Oriente la collaborazione che l’Occidente gli ha rifiutato.
L’impresa di separare la Russia dall’Europa, portata avanti pazientemente negli anni, dai vostri predecessori e da voi stessi sotto la costante autorità degli Stati Uniti, è ormai ben avviata, poiché la Russia, finalmente ancora una volta “la minaccia russa”, giustifica gli esercizi più provocatori come Defender 2020 rinviato al 2021, sempre più vicino ai suoi confini, così come i nuovi concetti di impiego mini-nucleare più folli sul teatro europeo sotto l’autorità del… l’alleato americano che solo ne ha la chiave.
Ma no, signor Segretario generale, oggi, e nonostante tutti i suoi sforzi, la Russia, con il suo budget militare di 70 miliardi di euro (appena il doppio di quello della Francia), non costituisce una minaccia per la NATO con i suoi 1000 miliardi di euro, di cui 250 per tutti i paesi europei dell’Alleanza! Ma non è questo il problema, perché ciò che è ora preso di mira da questo nuovo concetto della NATO 2030 è un progetto molto più ampio: vale a dire coinvolgere l’Alleanza atlantica nella lotta per l’egemonia mondiale annunciata tra Cina e Stati Uniti.
La vera minaccia, -secondo questi militari- quella vera, è quella del terrorismo. Lo studio gli dedica uno sviluppo, ma senza mai allontanarsi dalla parola “terrorismo”, né caratterizzarne le fonti, le sorgenti, i fondamenti ideologici e politici. In altre parole, avremmo come minaccia, in questo caso, solo una modalità di azione, poiché questa è la natura del “terrorismo”. Evitiamo quindi una realtà inquietante, quella dell’islamismo radicale e del suo messianismo che nulla ha da invidiare a quella del comunismo di un tempo. Il problema è che questo stesso messianismo è alimentato dall’immenso caos generato dalle iniziative americane del dopoguerra fredda, e che è persino ideologicamente guidato sia dalla Turchia di Erdogan, membro della NATO, sia dall’Arabia Saudita, un fedele alleato degli Stati Uniti.
Come ci si potrebbe aspettare, dalle prime righe il progetto OTAN 2030 non sembra di buon auspicio per l’indipendenza strategica dell’Europa, il suo scopo è chiaramente quello di riprendere in mano gli alleati europei che potevano solo immaginare di avere un briciolo di un risveglio di Autonomia europea.
Non è tutto, perché non solo pensate di trasformare la NATO, inizialmente un’alleanza difensiva costruita per proteggere l’Europa da un nemico che non esiste più, in un’alleanza offensiva contro un nemico che non esiste per l’Europa, (anche se non siamo ingenui rispetto alle ambizioni territoriali della Cina, l’impatto del suo potere economico e la natura totalitaria del suo regime), ma questo rapporto va oltre, proprio verso un’organizzazione con una vocazione politica mondiale, che ha il controllo su qualsiasi altra organizzazione internazionale.
Quindi, secondo questo rapporto:
– La NATO dovrebbe stabilire una pratica di consultazione tra gli alleati prima delle riunioni di altre organizzazioni internazionali (ONU, G20, ecc.), Il che significa in parole semplici “vieni e prendi le istruzioni il giorno prima” per imporle in maniera massiccia il giorno dopo in plenaria!
– La NATO deve avere una forte dimensione politica, proporzionata al suo adattamento militare. L’Organizzazione dovrebbe prendere in considerazione il rafforzamento dei poteri delegati al Segretario generale, in modo che possa prendere decisioni concrete sul personale e su alcune questioni di bilancio.
– La NATO dovrebbe creare, all’interno delle strutture esistenti dell’Alleanza, un meccanismo più strutturato per la formazione di coalizioni. L’obiettivo sarebbe che gli Alleati possano collocare nuove operazioni sotto la bandiera della NATO anche se non tutti volessero partecipare ad una possibile missione.
– La NATO dovrebbe considerare l’opportunità di garantire che il blocco di una scelta da parte di un singolo paese sia possibile solo a livello ministeriale.
– La NATO dovrebbe approfondire le consultazioni e la cooperazione con i partner indo-pacifici: Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea,
– La NATO dovrebbe iniziare a pensare internamente alla possibilità di stabilire un partenariato con l’India.
Signor Segretario Generale,
È perché questa organizzazione, da quando ha perso il suo nemico, non ha mai smesso di gettarsi a capofitto nella giustificazione politica per la conservazione del suo strumento militare, riforgiando il suo nuovo nemico russo, che oggi tende a diventare un pericolo per l’Europa. Non contenta di aver fatto perdere all’Europa l’opportunità di una vera pace duratura desiderata da tutti, compresa la Russia, la NATO animata solo dalla preoccupazione della sua sopravvivenza, e della sua giustificazione per la sua estensione, ha solo causato un vasto riarmo da entrambe le parti dei confini della Russia, dal Baltico al Mar Nero, mettendo in pericolo la pace in questa Europa, che ora considera solo come il suo futuro campo di battaglia.
E ora, attraverso questo documento NATO 2030, e contro la logica più elementare che sia la missione a giustificare lo strumento e non il contrario -i romani non dicevano già “Cedant arma togae”? – voi vorreste, per il futuro, giustificare lo strumento militare di questa alleanza trasformandolo in uno strumento politico, ineludibile, per la gestione di vaste coalizioni internazionali, a beneficio di un vero governo planetario, arrivando anche a annullare le decisioni delle Nazioni Unite e schiacciare le sovranità nazionali!
Quindi no, signor Segretario generale! Questo folle treno deve essere fermato, prima che sia troppo tardi! La Francia, da parte sua, in linea con i principi enunciati più di mezzo secolo fa dal generale de Gaulle, non può, senza gravemente fallire, prestarsi a questa impresa di un’avventurosa accettazione della tutela americana sull’Europa.
(articolo tradotto e proposto da Gianni Giovannelli e Turi Palidda)
Foto di apertura: Mike Eisenberg (Flickr)