#omaggio a Toni Negri 16

Non posso, in questa particolarissima circostanza, che esprimermi nel modo più impudicamente personale – modo cui non riesco a sottrarmi \perché quest’anno 2023 è stato, per me coi miei familiari e per molti di noi compagni, gremito di perdite dolorose, delle quali la prima, quella del mio giovane figlio Jacopo che più immediatamente mi ha coinvolto,  mi appare ora quasi preannuncio ferale. Perciò mi permetto di riportare qui, fra tanti altri di simile commovente intensità affettiva, il messaggio di Toni dello scorso 18 gennaio 2023:
Mi è arrivata la notizia che il vostro figliolo se n’è andato. Ha finito di soffrire. Ti abbraccio, vi abbraccio  forte. Fraternamente. So che ogni parola di conforto è inutile. Ma vorrei tenerti vicino, stringerti al mio corpo, per farti sentire quello che sai: abbiamo costruito una vita comune e il dolore di ognuno lo è di tutti. Fatti coraggio. Toni“.
Ora, appena giunta notizia che dopo i tanti anche Toni se n’é andato, sono sopraffatto in modo indicibile, ancora e ancora, da quel “dolore di ognuno che è di tutti” e che mi spinge a ricercare conforto (ebbene, sì) nelle sue parole: in questo messaggio privato come nelle pagine di tanti suoi libri, per me sempre quanto mai preziosi lungo mezzo secolo di frequentazione più o meno ravvicinata.

Fra i meno ricordati, forse, Il ritorno. Quasi un’autobiografia. Conversazione con Anne Dufourmantelle, Rizzoli 2003. Di cui mi piace riportare stralci di un passaggio che credo restituisca la speciale intensità di risposta empatica che Toni era capace di manifestare, quella stessa che non smette di indicarci la possibilità e la desiderabilità di “costruire una vita in comune” nell’instancabile tensione alla riappropriazione del comune. Agli antipodi da ogni identitarismo dio-patria-famiglia, e perciò senza alcuna concessione all’attuale “ritorno della barbarie fascista” con le sue “regole patriarcali della società, la struttura del comando per lo sfruttamento, e la sovranità del proprio interesse nella forma politica dello Stato”.
La conversazione – svoltasi in occasione del volontario suo ritorno in Italia e in carcere – è strutturata come  “un abbecedario biografico e biopolitico…  scegliendo, per ogni lettera, delle parole che [per Toni] hanno un significato particolare“. Ed ecco, molto in sintesi, una di quelle che mi pare evidente abbiano un significato davvero molto, molto particolare nel rappresentare un tratto dominante della personalità di Toni, che quasi esclusivamente in questa serva Italia,  da molti decenni troppi haters di regime, in veste istituzionale  o professionale che sia, si sono impegnati a deturpare:

P come Passione: Passioni umane, passioni politiche. La passione è il luogo del massimo di intensità in un tempo dato?
(…)
…la passione significa anche, ontologicamente parlando, costruire. La passione costruisce l’essere. Quando si vive una passione si costruiscono per se stessi e per gli altri delle scene, degli orizzonti, delle strutture, dei desideri e delle gioie. La passione conduce sempre al comune.

Nella passione amorosa ci si mantiene  piuttosto fuori dal mondo.
No, questo è quello che voi psicanalisti chiamate “follia a due”. La vera passione è una costruzione comune che avviene a un tempo all’interno e a di fuori della coppia. Questa apertura è l’aspetto più emozionante nella vita della passione: un sentimento di potenza, un desiderio di creazione – che riguarda la generazione e i figli – e dunque anche una voglia di comunità, di condivisione, di cooperazione. Non ho mai pensato che si dovesse sacrificare il pubblico al privato, o viceversa, in quanto non li ho mai intesi come termini opposti. Quando si incontra qualcuno che condivide questo, inizia una bella storia d’amore, una storia vera e piena di desiderio. Per me, il ritorno in Italia ha coinciso con la realizzazione di un desiderio di questo genere di amore.

È superfluo specificare che qui Toni non si riferiva (o non si riferiva solo) a un amore di coppia.
E, comunque sia, “che l’eternità ci abbracci”  sempre devoti all’arte della sovversione e della liberazione.

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