#omaggio a Toni Negri 4

Tra i tanti ricordi di Toni riuniti in più di 30 anni di amicizia e lavoro teorico e politico condotto in comune, quello che in questo momento di dolore è forse il più presente e comunque il solo che sono ora capace di rievocare, riguarda un aspetto che mette in luce la sua sensibilità.

Toni, quasi istintivamente, si era infatti molto affezionato a mio figlio Théo, un ragazzo disabile con delle turbe autistiche. L’affetto di Toni andava di pari passo con la sua curiosità infinita. Un giorno mi disse che anche lui pensava d’avere dei tratti spesso attributi a persone autistiche. Probabilmente, si riferiva a una straordinaria memoria, ma forse anche a una timidezza di fondo che, per quanto superata negli anni, di tanto in tanto riemergeva nei suoi racconti e riaffiorava in certe situazioni.

Prima che la sua salute cominciasse a deteriorarsi, si era così proposto d’accompagnarmi talvolta nelle mie “balades” con Théo attraverso Parigi e tutti e tre insieme abbiamo fatto diverse passeggiate. In questi momenti, Toni faceva sempre prova di un grande tatto e di una presenza attenta e premurosa, spesso silenziosa e mai invadente. Théo lo doveva sicuramente percepire e sentirsi rassicurato e, cosa assai straordinaria, durante queste passeggiate, si mostrava sempre assai sereno e calmo.

Il giorno della sua scomparsa, io e Théo abbiamo effettuato come sempre la nostra abituale passeggiata, ma questa volta abbiamo cambiato tragitto. Abbiamo attraverso il “périphérique” e ci siamo diretti verso Villejuif, nella periferia di Parigi, avvicinandoci  all’ospedale dove Toni è morto per rendergli insieme un breve omaggio con i nostri pensieri.

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