Una premessa. Per sviluppare un ragionamento su un reddito minimo garantito ho bisogno di parlare di un salario minimo garantito. Salario e reddito devono diventare rivendicazioni e lotte a partire dal proprio posto di lavoro: solo così si riuscirà a legare tutti coloro che sono costretti a lavorare per vivere. Il movimento operaio deve trasformarsi in un movimento sociale che comprenda tutti i lavoratori, sindacalizzati e non sindacalizzati, che si espanda oltre i luoghi di lavoro, includendo i disoccupati, le organizzazioni ambientaliste e femministe, per costruire una visione politica e culturale di società basata sull’uomo e l’ambiente. Serve un conflitto egemonico di lungo periodo dove le forze del cambiamento e quelle della conservazione si scontreranno fino in fondo, provando quotidianamente i rispettivi rapporti di forza.

Sempre lotta di classe è, e sempre di conflitto si parla (S.B.)

 

  1. SALARIO MINIMO GARANTITO (SMG)

 

Una rivendicazione unificante è la richiesta di un SMG. Contro chi cerca di trasformare i diritti del lavoro in semplici diritti commerciali, si deve rivendicare che i diritti del lavoro devono diventare personali e quindi devono prescindere dal tipo di impiego, perciò il SMG può essere stabilito solo da una legge dello Stato, in attuazione dell’ art 36 della Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Altra rivendicazione unificante

Nessun tipo di lavoro dipendente o no, coperto o no da contratti collettivi nazionali (vedi i riders), o le prestazioni occasionali pagate con i voucher, può scendere sotto quella soglia. Non è in contrapposizione alla contrattazione collettiva sindacale, bensì di aiuto, specialmente in questa situazione dove le richieste di aumento salariale faticano a venir a galla e dove la copertura dei contratti nazionali riguarda circa l’80% dei lavoratori dipendenti. Copertura che diminuisce in continuazione a causa dell’uso del lavoro parasubordinato e dell’aumento delle false partite Iva, le quali sono aumentate anche per effetto dalla diminuzione delle imposte dirette al lavoro autonomo (prima applicazione della “tassa piatta Salviniana”).

Non si deve dimenticare che il lavoro si è “svalorizzato” anche per mancanza di conflittualità: i “lavoratori poveri”, cioè con bassi salari, sono tanti e molti sono rappresentati sindacalmente da Cgil-Cisl-Uil.

Dai dati Eurofound (rapporto annuale 2019) si ricava che sono 21 i paesi UE che hanno adottato una certa forma di SMG.

Alcune altre precisazioni sui contratti, prima di arrivare a quantificare un importo. Nessuna deroga deve essere consentita ai contratti nazionali, i quali dovranno essere riuniti e ridotti a poche unità (il Cnel nel suo 9° Report del giugno 2019, stabiliva in 885 i contratti collettivi nazionali di lavoro vigenti depositati, di cui solo il 33% sono stipulati da Cgil, Cisl, Uil). In questa maniera si porrebbe un freno al fenomeno dei cosiddetti “contratti pirata” che, cominciato alla metà degli anni ‘90, oggi raggiunge dimensioni enormi. L’ultimo è quello tra Assodelivery e Ugl per i rider e che Deliveroo sta imponendo ai suoi “collaboratori” pena il licenziamento. Si tenga presente che i contratti pirata non sono stipulati solo da “sindacati padronali”. Vi ricordate il contratto in FCA, stipulato tra Marchionne e i sindacati Fim e Uilm per eliminare la Fiom? È un contratto pirata stipulato per diminuire le condizioni materiali del lavoro. Nella situazione in cui s’è trovata la Fiom in FCA si trovano tutti quei sindacati di base che non hanno firmato l’accordo interconfederale del 28/11/2011 e il protocollo 31/5/2013. Un altro esempio di contratto pirata si può considerare anche quello delle cooperative per il “socio lavoratore”, il quale ha meno diritti del dipendente.

I contratti aziendali, che oltretutto oggi riguardano una esigua parte dei lavoratori, possono valere solo se sono migliorativi dei contratti nazionali. Nessuna deroga può essere validata.

In Italia un SMG netto mensile di 1.300,00 euro per 40 ore settimanali dovrebbe essere garantito, come minimo, a tutti coloro che lavorano, non solo ai dipendenti. Dovrebbe essere legato alla rivalutazione annuale (Istat) e aumentato di tutti quegli istituti che formano il salario indiretto dei cosiddetti “garantiti” come 13° mensilità, ferie, anzianità, malattia, maternità, infortuni, Tfr e pensione.

I 1.300,00 euro netti mensili per il contratto dei metalmeccanici privati corrispondono a 7,51 €/ora e ad un lordo di 1.626,00 euro pari a 9,40 €/ora.

Il disegno di legge del M5S depositato al Senato il 12/7/2018 (a titolo di esempio e che mi sembra il migliore, tra quelli a mia conoscenza) stabilisce 9,00 €/ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali e prevede venga applicato “ai lavoratori dipendenti e ai rapporti di collaborazione cui all’articolo 2 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n.81, ad eccezione di quelli previsti alle lettere b), c) e d) del comma 2 del medesimo articolo”, il che corrisponde, sempre per il contratto dei metalmeccanici privati, ad uno stipendio lordo mensile di €. 1.557,00 e al netto di contributi e imposte a €. 1.257,00 pari a 7,27 €/ora.

Né il 1°, né il 2° livello dei metalmeccanici privati arrivano a 9,00 €/ora lordi.

Dati Inps (presentati in marzo 2019 all’audizione in commissione Lavoro del Senato sui Ddl sul salario orario minimo) dimostrano che il 22% dei dipendenti è sotto il livello dei 9,00 €/ora lordi. Nell’artigianato è il 52%, nel terziario il 34%, nell’industria il 10%. La percentuale del 22% non considera il settore agricolo e domestico. In agricoltura sempre secondo l’Inps il 38% è sotto i 9,00 €/ora e nel settore domestico quasi tutti sono sotto.

 

  1. REDDITO MINIMO GARANTITO (RMG) E IL SUO FINANZIAMENTO

 

Comincio col dire che mi trovo d’accordo con tutto quello che ho letto su questo argomento, scritto da Andrea Fumagalli, da Bin Italia, da Roberto Ciccarelli Ciccarelli e altri. Sul versante femminista da Cristina Morini e altre.

L’Unione Europea riconosce il diritto ad un RMG come diritto sociale fondamentale nell’art. 34 terzo comma della Carta di Nizza, ma “secondo le modalità stabilite dal diritto dell’Unione e legislazioni e prassi nazionali”. Due risoluzioni del Parlamento europeo del 2008 e del 2010 hanno invitato gli stati a dotarsi di schemi di reddito garantito in grado di assicurare un’esistenza dignitosa attraverso un reddito “adeguato”, che offra un’equa partecipazione del singolo alla vita culturale, sociale ed economica in cui è inserito e pari almeno al 60% del reddito mediano di ciascun paese. L’iniziativa dei Cittadini Europei promossa da Bin Italia per “Introdurre un reddito di base incondizionato in Europa” vuole applicare questo principio.

Inoltre in Italia, i salari sono tra i più bassi tra i Paesi occidentali e le disuguaglianze sociali sono più ampie e si spende meno per quel che riguarda il sostegno del reddito.  Le crisi economiche e quella pandemica del 2020, hanno messo a nudo, in modo drammatico, le carenze di un sistema di protezione sociale, incapace di offrire tutele adeguate ai soggetti più esposti ai rischi di esclusione sociale.

Il RMG deve essere uno degli strumenti centrali per costruire una società fondata sulla dignità della persona, su un’idea di autonomia individuale e di libertà di scelta, di distribuzione e ridistribuzione della ricchezza. In un modello di società che ridefinisce lo stesso concetto di lavoro e la sua ideologia, e che assume nella critica al consumismo l’idea del limite nello sfruttamento delle risorse naturali e nell’inquinamento dell’ambiente, deve mettere a tema la possibilità di un superamento del nesso tradizionale tra prestazione lavorativa e garanzia dei mezzi di sussistenza.

Da questa auspicabile dissociazione non risulterebbe la distruzione del lavoro in quanto tale e neppure lo scioglimento delle attuali attività lavorative in una dinamica sociale interamente liberata dal lavoro. Piuttosto risulterebbe una sorta di equiparazione tra la sfera del lavoro e la sfera del non-lavoro. A ciò che esula dalla sfera lavorativa formale deve essere dato un valore sociale almeno pari a quella che si è soliti attribuire al lavoro salariato e oggetto di scambio sul mercato.

Non significa pensare che tutte le nostre relazioni debbano basarsi dentro la logica dello scambio di mercato, ma gli esempi fatti evidenziano come il sistema di produzione metta a valore parte della nostra vita senza pagare un corrispettivo.

Il RMG è un mezzo per riconoscere tutto ciò, pagarlo e far uscire tutt* dalla povertà.

Questi problemi non si risolvono con “il reddito di cittadinanza” del governo “SalviMaio”, perché in pratica è un sussidio alla povertà però sottoposto ad innumerevoli vincoli e farraginoso nella sua applicazione. Alla fine, così concepito, trasforma un diritto sociale, come il sussidio di povertà, in un premio vincolato a dei comportamenti che saranno valutati da personale a sua volta precario e demotivato, il quale dovrebbe proporre delle opportunità di lavoro che probabilmente saranno proposte di lavoro precario, lontane dalle aspirazioni del richiedente, dalla qualifica e dallo stipendio dell’eventuale lavoro precedente. Inoltre in caso di accettazione il valore del reddito di cittadinanza verrà assegnato all’impresa che avrà “assunto” il disoccupato. I poveri entreranno in una trappola dalla quale non usciranno molto facilmente e a quel punto, saranno considerati fannulloni o furbi.

Il Reddito Minimo Garantito (RMG) invece deve essere un mezzo che aiuta ad uscire dalla trappola della povertà. Un RMG di 650 € mensili (l’equivalente nel 2019 per l’Istat della soglia di povertà relativa procapite), ricalcolato annualmente, deve essere individuale, cioè garantito a tutti i residenti in Italia (nativi o migranti residenti) di età compresa tra i 18 anni e fino alla morte. Per le persone sotto i 18 anni a carico si usano il metodo degli assegni familiari e per il pagamento di bollette e affitto si usa il welfare comunale. L’erogazione non deve essere condizionata alla ricerca di un lavoro. Deve essere cumulabile con il salario o pensione, rendita o reddito fino all’ammontare della cifra del Salario Minimo Garantito (SMG), cioè 1.300,00 €. netti mensili. Chi ha una ricchezza patrimoniale mobiliare ed immobiliare superiore ad una certa soglia non ne ha diritto. Fin da subito si potrebbe usare un ISEE riformato.

Alcuni esempi per capire come dovrebbe essere applicato per una persona in età lavorativa (calcolato mensilmente perché l’erogazione dovrebbe essere mensile):

  1. a) se si trova un lavoro part-time di 400,00 € mensili netti, i 650,00 € del RMG si sommano e si percepisce un reddito complessivo di 1.050,00 €;
  2. b) se si trova un lavoro, sempre part-time di 800,00 € netti, dei 650,00 € del RMG ne rimangono da percepire solo 500,00 € per arrivare alla cifra del SMG di 1.300,00 €;
  3. c) se si trova un lavoro con un salario uguale a 1.300,00 € netti (cioè pari al SMG per un lavoro a 40 ore settimanali), il RMG non si percepisce.

Questo RMG legato al SMG e alle sue garanzie, fornisce un minimo di sicurezza per cercare e trovare un posto di lavoro che tenda ad avvicinarsi alle proprie aspettative, permettendo la flessibilità scelta dal lavoratore.

Va a sostituire per pari importo tutte le erogazioni sociali di enti nazionali non dovute a versamenti di contributi (ad esempio le pensioni sociali ecc.), mentre i servizi sociali primari come istruzione, salute, previdenza, trasporti ecc. non devono diventare merce di scambio e tanto meno privatizzati come i sindacati fanno da anni attraverso il welfare aziendale.

Va ad aumentare il lavoro nero e/o precario? Il lavoro nero e/o precario esiste anche senza il RMG e si combatte con controlli delle apposite strutture, facendo funzionare l’Agenzia delle entrate, incrociando le varie banche dati di Inps, Inail, Ministero del lavoro ecc. e non boicottando l’introduzione del RMG.

Condizionandolo alla cifra di 1.300,00 euro e ad una soglia di ricchezza patrimoniale mobiliare ed immobiliare, si deve attivare un meccanismo di controllo il cui costo potrebbe essere usato per altri scopi? È vero, ma sono condizioni dettate da limiti etici e culturali che (almeno per ora) non si può non prendere in considerazione. Comunque l’apparato di controllo deve essere già funzionante per stanare gli evasori, il lavoro nero ed estendere la platea dei contribuenti. Per dare a tutti (universale) il RMG, anche al ricco e a chi non ne ha bisogno si dovrebbe portare l’importo a una entità talmente misera che non risolverebbe i problemi di chi invece ne ha bisogno, il che non è la giusta soluzione.

Semmai per rimanere sotto la soglia dei 1.300,00 € netti, il RMG potrebbe funzionare come spinta ad un lavoro con un orario ridotto, in special modo se si agevolasse chi volesse ricorrere al part-time, concedendo loro un’adeguata compensazione della decurtazione salariale dovuta alla riduzione di orario.

Il RMG potrebbe anche servire ad avere più forza per chiedere l’aumento del SMG, in modo da alzare la soglia e consentire il ricevimento dell’intero RMG di 650,00 euro.

Quanto costerebbe? Non ho gli strumenti per conteggiarlo. Spero che Fumagalli mi/ci possa dare una risposta.

Però, finanziare il RMG a tutti quelli che si trovano collocati sotto la soglia del salario minimo garantito (SMG) è un obiettivo realizzabile.

La lotta all’evasione è l’arma più equa per poter trovare i soldi occorrenti e non solo per il RMG. Altro che Tassa Piatta. Non è la ricchezza che manca, ma la volontà politica di tassarla, non solo da parte dei partiti di destra, ma anche di quelli di sinistra.

La Relazione della Commissione del Ministero dell’economia e delle finanze, trasmessa al Governo il 24/9/2019, per il 2017 calcola

1) Una evasione fiscale e contributiva di 109 miliardi e 684 milioni di cui:

  • una evasione fiscale di 97 miliardi e 912 milioni;
  • una evasione contributiva di 11 miliardi e 772 milioni.

2) Una economia non osservata, di 207 miliardi e 697 milioni, di cui:

  • una economia sommersa per 189 miliardi e 619 milioni;
  • attività illegali per 18 miliardi e 78 milioni;

Una quantità enorme di ricchezza prodotta che sfugge al fisco che non ha uguali in tutta Europa.

Per portare maggiore equità e maggiori introiti nella tassazione serve:

  • tassare le transazioni finanziarie e imporre una patrimoniale che tocchi anche solo il 10% dei cittadini più ricchi;
  • tassare il sistema delle piattaforme e dell’e-commerce
  • incrementare la tassazione dell’asse ereditario
  • rendere nominativo il reddito da capitale immobiliare e finanziario e aggiungerlo agli altri redditi per essere tassato con le aliquote progressive e non con cedolari secche o cose simili;

Bisogna aggiungere che sul fronte della spesa gli aiuti finanziari pubblici ai settori in crisi devono essere concessi, purché non si delocalizzi e si salvaguardi l’occupazione. Gli aiuti devono essere erogati come prestiti senza interessi, ma non a fondo perduto. Se le condizioni non vengono rispettate, l’aiuto finanziario pubblico deve essere restituito nelle forme che lo Stato riterrà più opportune.

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