Rilanciamo questo comunicato del collettivo di studenti “Assemblea della Statale” di Milano. L’Università ha respinto la richiesta di poter tenere negli spazi dell’ateneo un incontro pubblico sulla situazione siriana con Davide Grasso, programmato per lunedì 13 febbraio alle 17. Davide Grasso, attivista No-Tav è stato per diversi mesi combattente a fianco del gruppo Ypg (Unità di Protezione Popolare), la milizia curdo-siriana affiliata alle Forze Siriane Democratiche, la coalizione dei ribelli moderati contro Assad. L’Ypg è stata tra l’altro protagonista della battaglia per la difesa di Kobane. L‘Università sostiene di non poter fornire un’aula per via della “pericolosità” che questo appuntamento rappresenta per l’intera comunità universitaria. Parlare di guerra contro l’Isis è argomento “pericoloso” o scomodo?
Ci pare, questo, l’ennesimo esempio di una crescente attività repressiva del pensiero, della ricerca, della riflessione, della azione che non risparmia certo l’Università e che non può non preoccupare: verso quale modello di società e cittadinanza ci stiamo avviando?
Sul tema ci siamo interrogati nei mesi scorsi con diversi articoli e contributi e attraverso la stesura un Breve dossier sulla libertà di ricerca che oggi aggiorniamo aggiungendo anche il gravissimo episodio accaduto ieri a Bologna: la polizia ha fatto un’irruzione con scudi e manganelli per sgomberare la biblioteca di Discipline umanistiche in via Zamboni 36. Polizia e Carabineri sono entrati in tenuta antisommossa dentro la biblioteca affollata di studenti, facendo volare sedie e banchi, con fermi e feriti.

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Nelle scorse settimane abbiamo mandato una mail all’Università Statale, chiedendo il permesso di utilizzare un’aula per dare vita ad un dibattito aperto a tutti sull’odierna situazione in Siria, che si sarebbe svolto lunedì 13 febbraio alle ore 17. Era nostra intenzione approfondire un evento di stringente attualità come la guerra in Siria, interfacciandoci direttamente con chi l’ha vissuta in prima linea come testimone diretto: per questo motivo, avevamo pensato di invitare a parlare un attivista italiano, Davide Grasso, che ha preso direttamente parte alla resistenza contro l’ISIS. L’Università ci ha negato l’autorizzazione ad usufruire di un suo spazio per poter tenere l’evento, adducendo motivazioni di “opportunità” legate ad un “elevato rischio per la comunità accademica”. Ci siamo quindi recati in rettorato per chiedere ulteriori spiegazioni. Ci è stato detto che rispetto al tema che volevamo affrontare non esistono “buoni e cattivi” e che l’incontro – nella forma in cui lo abbiamo organizzato – rappresenta una presa di posizione troppo netta*. Inoltre siamo stati avvisati che le autorità accademiche hanno agito previo contatto e direttive impartite dalla questura. Riteniamo che dai fatti appena riportati emergano alcuni elementi molto gravi. Innanzitutto è paradossale che l’Università Statale di Milano, un luogo del sapere pubblico che dovrebbe fare della libertà di espressione il suo valore fondante, impedisca un incontro incentrato su un tema di grande importanza e attualità. In secondo luogo ci sembra ancora più grave che l’Università Statale decida di sacrificare la sua autonomia decisionale alle direttive di un’altra entità, la Questura, che non potrebbe essere più estranea all’ambito accademico; così si declassa di fatto un momento di dialogo, di scambio e di libera opinione ad una questione di ordine pubblico. Ci sembra insomma evidente che un comportamento del genere sia in netta contraddizione con i principi cardine dell’Università. Denunciamo poi un’evidente difficoltà legata alla libera fruizione degli spazi specifici del nostro ateneo; non è infatti possibile che un gruppo di studenti che desideri richiedere un’aula per organizzare un incontro, debba passare attraverso rallentamenti, intromissioni e ostacoli. Ci teniamo inoltre, se fosse necessario, ad affermare con forza la nostra opposizione all’Isis (a tutto ciò che esso è e che rappresenta) e a sottolineare la necessità che si informi e si rifletta sulla situazione del Medioriente. Alla luce di tutto questo, riteniamo che il Rettore debba ritrattare pubblicamente la sua posizione, accogliendo l’incontro come un’occasione di arricchimento per la comunità studentesca e non solo. Riteniamo che la situazione in cui ci troviamo sia ingiusta e quindi inaccettabile: nonostante l’accaduto, l’incontro si terrà. Vi invitiamo pertanto a partecipare.
Questo non è che l’inizio!
*edited: spiegazioni relative alla modifica sono state offerte tramite una rettifica ufficiale, reperibile su questa pagina.
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