L’accampamento dei migranti e dei profughi che era  sorto a Calais (“la jungle”), di fianco all’ingresso del tunnel della Manica, attraversato dalla speranza di poter raggiungere la Gran Bretagna e di ottenere una vita migliore, è stato sgomberato e distrutto nei giorni scorsi, per ordine del governo francese in accordo con le disposizioni e su mandato della Commissione Europea. Non sono bastate la disperazione manifestata dalle bocche di alcuni migranti presenti nel campo cucite con ago e filo, né le denunce contro la violenza della polizia, né la resistenza e il coraggio contro le ruspe: le tende dove abitavano i rifugiati, e insieme ad esse un aggregato di socialità (una scuola, piccoli negozi e ristoranti) che si era fatto spazio nel tempo, sono state spazzate via tra vento, freddo e pioggia. Più di 10mila persone sono state costrette a disperdersi o ad accettare di essere rinchiuse in container-prigioni, insufficienti, comunque, ad accoglierli tutti e tutte: uomini, donne e bambini, che vogliono andare oltre le guerre e la povertà create dall’Occidente nei paesi da cui provengono. Rappresentano il futuro di questa Europa e la speranza di una unione di popoli, senza la quale i nazionalismi e i populismi tenderanno ad avere il sopravvento. Il sogno dell’Unione Europea si infrange davanti a queste immagini, alla descrizione di questo dolore.

Un intenso reportage video di No-Made Tv24 che segue una prima testimonianza di No-MadeTV, anch’essa ripubblicata da Effimera, che raccontava la capacità di aggregazione della moltitudine migrante nel campo di Calais

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