È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 3 dicembre 2018, n. 281 il testo del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, coordinato con la legge di conversione 1º dicembre 2018, n. 132, recante «Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata».

Sono passati poco meno di due anni dal primo “decreto Salvini”. La principale misura qui contenuta è l’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, una forma di protezione molto diffusa – della durata di due anni – sostituita da altri strumenti, più specifici e praticamente impossibili da ottenere.

A seguire, il decreto legge n. 53 recante «Disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica», più noto come “decreto sicurezza bis” è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale, serie generale, n. 138 del 14 giugno 2019. Interviene a modificare le norme che riguardano gli sbarchi dei migranti soccorsi in mare. L’articolo 1 assegna nuovi poteri al ministro dell’Interno, quali la possibilità di vietare l’ingresso nelle acque territoriali italiane alle navi che violano le leggi italiane in materia di immigrazione. È la cosiddetta politica dei “porti chiusi”. L’articolo 2 garantisce invece al governo la possibilità di comminare ingenti multe per i comandanti delle navi che ignorino il divieto di ingresso previsto all’articolo 1.

Da allora solo la Corte Costituzionale è intervenuta ad eliminare parte delle norme dei due decreti, divenuti legge dello stato. Con una ultima sentenza la Corte Costituzionale ha giudicato illegittima la norma del primo “decreto sicurezza”, del 2018, che preclude agli stranieri richiedenti asilo l’iscrizione all’anagrafe; ne ha dichiarato l’incostituzionalità per violazione dell’articolo 3 della Costituzione[i]. Nel 2019 aveva bocciato i super poteri attribuiti ai prefetti.

Ne tempo in cui hanno operato i decreti Salvini abbiamo continuato a leggere le cronache degli orrori che hanno colpito i migranti torturati e vessati nei lager libici, imbarcati a caro prezzo sulle carrette del mare destinate in moti casi a non concludere il proprio viaggio. L’ultimo atto del parlamento italiano è stata l’approvazione lo scorso 16 luglio del rifinanziamento della ‘Guardia Costiera Libica’, braccio armato del traffico di essere umani attraverso la Libia ed il Mediterraneo.[ii]

Dopo gli interventi della Corte Costituzionale, a giorni il governo dovrebbe decidere, a fronte di lunghe e gravose discussioni, le modifiche ai decreti Salvini; in particolare le multe alle ONG rimangono, ma cambieranno forma giuridica, e saranno decise da un giudice. Si tratta delle  le maxi-sanzioni volute da Salvini per le navi che violino i divieti di ingresso in acque territoriali.[iii]

Il governo, sostenuto dal M5S, che li approvò durante la precedente presidenza Conte fatica naturalmente a liberarsi di quell’ingombrante eredità e, soprattutto, continua a lisciare il pelo a quella parte di elettorato in cui è stato radicato e sostenuto in questi anni un pensiero ed una condotta razzista, facendo dei migranti il capro espiatorio dell’immiserimento di ampie fasce della popolazione italiana e dell’aumento delle diseguaglianze sociali.

Quanto sopra a riepilogo del cursus honorum degli esecutivi dall’emanazione del decreto 113 /2018, a sottolineare mestamente l’attualità del film 113. War Is a Subtle Thing.

Riprendendo quanto scritto all’uscita da ‘Il Manifesto’:

«… un neonato collettivo di controinformazione e approfondimento militante, Castelli Narranti, fa il punto, in collaborazione con il già rodato gruppo di Officina Multimediale, sulla realtà del primo decreto, sul suo significato in una visione non solo contingente e sull’opposizione sociale che incontra e sempre più incontrerà. 113. War Is a Subtle Thing è un film di un’ora e mezzo, realizzato parte con mezzi professionali e parte con mezzi di fortuna, e vuole essere senza alcun infingimento uno strumento di lotta, attraverso gli strumenti dell’informazione e dell’approfondimento. (…)

Per rintracciare la genealogia di una politica securitaria e di una guerra contro i poveri, oltre che contro gli immigrati, che non è cominciata con il dilagare della Lega ma ha origini molto più lontane, sin dal “decreto Microcriminalità” del governo D’Alema, nel 1999, passando per le ronde di Maroni e il “decoro” di Minniti. Mettere in prospettiva la xenofobia sempre più intrecciata con vere e proprie correnti razziste che il governo gialloverde veicola però non basta. Gli autori vanno alla ricerca delle spiegazioni materiali di un fenomeno che la stampa spaccia per quasi inspiegabile.»

Il film è stato accolto e presentato in Italia ed UE, incluse Milano alla Casa della Cultura[iv]; a Bruxelles l’iniziativa è stata organizzata dalla Filef Nuova Emigrazione, una storica associazione italiana degli emigrati, e dall’associazione belga Amitié sans frontières, vicina al Ptb, il Partito del lavoratori belgi.[v]

A Milano, Francesco MaistoVI – che nel film aveva illustrato i caratteri del primo decreto e la visione del mondo che lo muove, – spiega, da relatore dell’incontro, i contenuti del decreto sicurezza bis, dove esordisce con  «in Italia nella situazione in cui molte persone si sono abituate al principio secondo il quale del diritto, delle leggi e delle regole se ne può fare a meno […] è stato necessario questo decreto per formalizzare una situazione che lui [Salvini, n.d.r.] di fatto realizzava mediante dei tweet[…]  questi risultati sono stati realizzati in mancanza di atti concreti amministrativi del ministro degli interni […] peraltro atti che, mancando, non erano ricorribili, non erano impugnabili». Questo si ascolta nell’esordio dell’intervento – che vale la pena ascoltare per intero con tutto il lungo confronto svoltosi alla Casa della Cultura – ed è sufficiente a riportare alla mente il clima politico, le vicende legate all’operato del allora ministro degli Interni e del governo a di cui di fatto dettava la linea.

Ancora nel film, Maisto definisce il decreto 113/2018 «Una legge contro i poveri, i migranti e gli autoctoni, i resti, gli scarti per i quali in forza del pensiero punitivo si vuole accrescere tutto il sistema penitenziario, tutto il sistema carcerario tutto il sistema punitivo». Qui l’obiettivo, la visione del mondo, il sentimento collettivo che ne nutre la genesi e che quel provvedimento vuole alimentare approfondendo divisioni, creando recinti e dispositivi di controllo, cristallizzando la mappa delle diseguaglianze sociali nella nostra società.

Tra le voci, Andrea Colombo parla di “guerra alla povertà” e politiche anti-immigrati sottolineandone la genesi di lungo corso e la detestabile trasversalità partitica.

Ricordiamo inoltre i contributi di Alessandra Sciurba – portavoce di Mediterranea Saving Humans – , di Luca Casarini – capomissione sulla nave Mar Jonio – , del sociologo Marco Omizzolo, dell’avvocato Arturo Salerni, del giornalista Andrea Palladino, della senatrice Elena Fattori.

Le dichiarazioni, le argomentazioni, il ragionamento collettivo difficilmente possono essere qui contenuti, al più introdotti; non possiamo che rimandare ad una visione del film, che tanto più è necessario diffondere quanto più il disastro sociale provocato dalla pandemia Covid-19 costituisce terreno fertile per rilanciare politiche razziste, discriminatorie, rivolte contro ogni movimento di emancipazione e liberazione sociale.

 


NOTE

[i] https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2020/07/10/corte-costituzionale-decreti-sicurezza-modifiche

[ii] Il provvedimento fa parte del rifinanziamento delle missioni italiane all’estero, comprese quelle in Libia e nel Sahel, le aree in cui transitano la maggior parte dei migranti che arrivano in Italia. Il provvedimento prevede, soprattutto, uno stanziamento di 58 milioni di euro, di cui 10 (3 milioni in più rispetto allo scorso anno) destinati alla formazione e all’addestramento della Guardia costiera libica.

[iii]https://www.repubblica.it/politica/2020/07/14/news/via_le_multe_alle_ong_e_tornano_gli_sprar_ecco_come_cambiano_i_decreti_salvini-261942984/

[iv] https://www.youtube.com/watch?v=QT6E8kG7S4E

[v] https://www.filef.info/WP/2020/02/13/a-bruxelles-per-discutere-di-odio-e-violenza-contro-le-ong-e-chi-migra-iniziativa-filef-nuova-emigrazione/

Vi  Magistrato, Garante per i detenuti di Milano.

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