Da Dublino, due riflessioni in preparazione del convegno del 3 e 4 ottobre a Milano. La prima mette in correlazione la battaglie che l’Iranda sta affrontando sul tema dell’acqua come bene comune (No Water Charge) con un contesto più globale di lotte per i servizi idrici i quali sempre più attirano gli interessi speculativi degli investitori finanziari internazionali. Il secondo è relativo alla questione del diritto alla casa, al problema dell’aumento degli affitti, in una società che si impoverisce e nella quale cresce il numero dei senzatetto. Esso si connette da vicino al ruolo assunto da proprietari di casa “professionisti” o “istituzionali”, ovvero dalle società di Real Estate che hanno soppiantato i “piccoli proprietari”.
Entrambi esemplificano pratiche di resistenza e processi concreti che si muovono lungo l’asse subvertion/unhappiness
From Edenmore to El Alto: How Water is Transforming How Politics Happens in Our Communities
Le mani della finanza sull’acqua le abbiamo anche qui in Italia, con i governi da Berlusconi in poi che cercano di non applicare l’esito dei referendum sull’acqua. Fuori l’acqua dal mercato, fuori il profitto dall’acqua. Lo sblocca Italia e il decreto Madia sono le ultime in ordine cronologico. Esistono pochi esempi, ma significativi di opposizione sia da pochissimi sindaci e territori. Vedi Napoli e altri pochi e vedi la campagna di autoriduzione della bolletta in vari parti d’Italia da Arezzo e Toscana, a Padova e ad Aprilia.
Saluti
Gianni