In questa intervista fatta da Extinction Rebellion, tramite Enrico PIrovano,  ad Andrea Fumagalli, si affronta il tema dell’emergenza sanitaria Covid-19 dal punto di vista socio-economico.

La discussione tratta prevalentemente tre temi. Partendo dall’articolo di Draghi sul Financial Time di qualche settimana fa, viene criticata un’affermazione dell’ex governatore della Bce, secondo la quale stiamo vivendo “uno shock di cui il settore privato non è responsabile”. In altre parole, il capitalismo non ha colpe ne è responsabile della diffusione del virus. Crediamo invece l’esatto contrario, a partire dall’uso discriminato delle risorse (agricoltura e allevamento intensivi, monoculture, ecc.)  e dai processi di smantellamento e privatizzazione della sanità pubblica, una delle concause più gravi per la diffusione del virus soprattutto in Lombardia.

Il secondo tema riguarda la misura del reddito e di come possa essere finanziato con la creazione di moneta, aspetto che verrà poi affrontato nella terza e ultima parte. L’emergenza sanitaria, pur nella tragedia, ci dà una grande opportunità: poter iniziare ad avviare un percorso di riforma strutturale del sistema di welfare italiano in una direzione opposta a quella che oggi si sta percorrendo. E’ necessario, infatti, riflettere su come iimplementare, n modo concreto, una misura strutturale di reddito incondizionato, a partire dai soggetti più deboli, pover*, inoccupat*, migrant*, precar*, così da permettere di avere le risorse necessarie per fronteggiare inizialmente la situazione di emergenza ma poi diventare permanente una volta terminata l’emergenza. La via migliore è partire dall’attuale legge sul RdC (Legge n. 5/2019), aumentando la possibilità di accesso e eliminando qualsiasi forma di condizionalità e di obbligo comportamentale, utilizzando l’expertise maturato dall’Inps nell’erogazione. Invece si va nella direzione contraria, perseguendo la stessa filosofia che ha caratterizzano gli ultimi governi: la filosofia della toppa al buco. Ogni volta che si presenta una nuova figura lavorativa precaria (ieri, la formazione professionale, poi i co.co.co, poi i voucher, poi gli interinali, oggi i rider, ecc.) si aggiunge, con molto ritardo, un ammortizzatore sociale (dis-coll, Aspi, ora Naspi, ecc.). Questa stessa filosofia pervade oggi il concetto di reddito. Invece di un’unica misura di reddito di base, abbiamo il RdC per alcuni, il reddito di emergenza per altri, poi si parla di reddito di quarantena, oggi di reddito di cura per le lavoratrici della riproduzione sociale. Vi sono proposte di casse per il reddito per gli agricoltori. Ancora una volta, le politiche di sostegno al reddito rimangono vincolate alla condizione lavorativa e l’attività professionale. Con l’effetto, che si crea burocrazia, distorsioni e iniquità.

Buon ascolto qui

 

 

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