Proponiamo la visione di questa bella conversazione con Franco Piperno sulla crisi della rappresentanza, la democrazia diretta, la città, la partecipazione, il senso profondo dello stare insieme. Una produzione di Officina Multimediale e Alfabeta2.
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“Stiamo male perché produciamo troppo (…) Voglio aggiungere che non credo che il capitalismo cadrà da sé, credo invece che il capitalismo sia davanti a una scommessa senza precedenti nella sua storia (…) Un criterio perché sorgesse la città libera era che ci fosse una piazza dove tutti i cittadini potessero stare insieme e la voce dell’oratore potesse essere ascoltata da tutti i punti della piazza. (…) La democrazia partecipata comunica non solo attraverso la scrittura ma attraverso il linguaggio del corpo (…) È il senso collettivo che viene fuori solo quando i corpi sono insieme”.
Il problema non è democrazia diretta o rappresentativa, oppure dittatura, sono tre facce di una medesima medaglia (sic) scusatemi il paradosso. Il vero problema è il Potere. Pensate che con un semplice tratto di una matita su un foglio di carta, come è appunto una votazione democratica si può sottrarre il Potere alla classe dominante? Quando il capitalismo avrà esaurito le aree da sviluppare economicamente, allora potrebbe ricominciare dalla barbarie, se non sopravviene in tempo il suo abbattimento da parte della classe storicamente antagonista. Facebook è la brutta o bella copia dei lavatoi pubblici di una volta, è più democratico perché una volta chi lavava i panni erano soltanto le donne, adesso invece ci sono anche gli uomini.