All’indomani della cattura di Cesare Battisti e della vergognosa gogna mediatica cui è stato sottoposto nel trasferimento al carcere di Oristano, alcune dichiarazione (personali) di Francesco Caruso diventavano oggetto di una nuova caccia alle streghe (o, meglio, ai supposti tali “cattivi maestri”) sino a chiedere il suo licenziamento dall’Università di Catanzaro. Tale intimidazione si inquadra in un clima che mina sempre più la libertà di parola e di ricerca. Effimera è stata sempre assai sensibile a tale tema e anche se il contenuto dell’appello e le modalità della sua costruzione possono non incontrare un’incondizionata approvazione, ritiene doverosa un’opera di diffusione capillare per denunciare il montare di tale clima

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Al Presidente della Repubblica

Prof. Sergio Mattarella

 

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dott. Marco Bussetti

 

APPELLO DEI DOCENTI UNIVERSITARI

A FAVORE DI FRANCESCO CARUSO

 

Il 13 gennaio scorso, in relazione alla cattura di Cesare Battisti, Francesco Caruso, docente a contratto di Sociologia presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro ed ex deputato di Rifondazione Comunista, rilasciava ad Adn Kronos la seguente dichiarazione: «A distanza di 40 anni da episodi del tutto deprecabili, questo accanimento, questo scalpo da portare in dote di questo ormai quasi settantenne mi sembra una sete di vendetta che non ha nessuna altra funzione se non ripagare l’odio e il rancore di questi signori al governo».

E ancora: «

[Battisti] ha le sue colpe, ma il Battisti che aveva vent’anni e il settantenne di oggi sono due persone diverse. Il carcere ha una funzione riabilitativa. Non si capisce cosa debba fare questo signore in carcere se il principio del carcere resta quello sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana, che si chiama ‘rieducazione’, non ‘vendetta’. Questo esisteva nelle società pre-cristiane…»[1].

Contro queste dichiarazioni si è schierato il vice presidente del gruppo Lega al Senato, Enrico Montani, che ha chiesto al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, di rimuovere Francesco Caruso dall’incarico di docente.

Il testo dell’interrogazione[2], che recepisce le istanze del sindacato di polizia FSP, afferma la necessità di smettere di «dare voce ai cattivi maestri nelle nostre università».

Nella nostra qualità di docenti di insegnamenti – giuridici e di materie affini – non solo non troviamo scorrette le dichiarazioni di Francesco Caruso, al punto da qualificarlo «cattivo maestro».

Al contrario, riteniamo che l’appello alla Costituzione e alla funzione rieducativa della pena sia corretto ed opportuno, specialmente a fronte delle molteplici violazioni dei diritti dei detenuti, tra le quali va annoverata anche la sgradevole esposizione mediatica della persona in vinculis.

Piuttosto, troviamo assai preoccupanti e inopportuni i toni dell’interrogazione parlamentare, che violano innanzitutto il diritto di libertà di parola e di critica di un cittadino e che suonano sinistramente minacciosi nei confronti dell’Università e dei suoi docenti, considerati come un covo di «cattivi maestri», ai quali viene imposto l’allineamento sulle posizioni politiche della maggioranza, pena la rimozione.

Per tutte queste ragioni esprimiamo la nostra solidarietà al Collega Francesco Caruso e invitiamo il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a prendere atto dell’irricevibilità sostanziale della suddetta interrogazione e a evitare qualunque misura punitiva nei confronti del dott. Francesco Caruso, il quale, docente a contratto, è privo degli strumenti di difesa riconosciuti ai docenti “strutturati”.

 

Pietro Saitta, Università di Messina

Carlo Fiorio, Università di Perugia

Filippo Gliunchedi, Università Niccolò Cusano di Roma

Adelmo Manna, Università di Foggia

Mario Deganello, Università di Torino

Francesca Ruggieri, Università dell’Insubria

Alessandra Sanna, Università di Firenze

Livia Mercati, Università di Perugia

Lina Caraceni, Università di Macerata

Alessandro Diddi, Università della Calabria

Giuseppe Della Monica, Università di Cassino e del Lazio Meridionale

Stefania Carnevale, Università di Ferrara

Alessandro Sammarco, Univerità di Salerno

Maria Rosaria Marella, Università di Perugia

Rossella Fonti, Università di Perugia

Marilena Colamussi, Università di Bari

Maurizio Oliviero, Università di Perugia

Fabio Salvatore Cassibba, Università di Parma

Agata Ciavola, Università Kore di Enna

Adonella Presutti, Università di Verona

Fabrizio Siracusano, Università di Catania

Carla Pansini, Università “Parthenope” di Napoli

Vico Valentini, Università di Perugia

Angela Procaccino, Università di Foggia

Gianrico Ranaldi, Università di Cassino e del Lazio Meridionale

Stefania Sartarelli, Università di Perugia

Sergio Moccia, Università di Napoli

Serenella Pieroni, Università di Perugia

Anna Maria Maugeri, Università di Catania

Alessandro Spena, Università di Palermo

Agostino De Caro, Università del Molise

Clelia Iasevoli, Università di Napoli

Oreste Dominioni, Università di Milano

Daniele Vicoli, Università di Bologna

Alessandro De Giorgi, San Jose State University

Devi Sacchetto, Università di Padova

Giuseppe Campesi, Università di Bari

Cirus Rinaldi, Università di Palermo

Marcello Maneri, Università degli Studi di Milano Bicocca

Giuseppe Mosconi, Università di Padova

Alvise Sbraccia, Università di Bologna

Francesca Vianello, Università di Padova

Serena Quattrocolo, Università del Piemonte Orientale

Maria Grazia Ardizzone, Università di Perugia

Francesco Schiaffo, Università di Salerno

Gabriele Fornasari, Università di Trento

Francesca Curi, Università di Bologna

Donato Castronuovo, Università di Ferrara

Carlo Fiore, Università di Napoli

Enrico Gargiulo, Università di Venezia

 

[1] Cfr. https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2019/01/13/battisti-estrema-sinistra-fuori-dal-coro_MaqsRTkFaVXdBsvP4jyICK_amp.html.

[2] Atto di sindacato ispettivo 4-01094.

 

Immagine in apertura: Fatma Bucak, Omne vivum ex ovo – Nomologically possible anyhow, 2013