Lo stalinismo al servizio del neo-liberismo

Presentiamo uno dei tanti video che testimoniano la repressione da parte della Polizia Miliaria in Brasile di una manifestazione contro il governo Dilma svoltasi a Belo Horizonte lo scorso 12 agosto. Segue un commento sulla difficile fase politica del Brasile tra recessione, corruzione e disattesa delle promesse elettorali.

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Questo video mostra il momento in cui la Polizia Militare (PM) dello Stato di Minas Gerais comincia a reprimere la manifestazione pacifica di migliaia di giovani che manifestano a Belo Horizonte – il 12 agosto – contro il nuovo aumento della tariffa dei trasporti. Il risultato sarà di una cinquantina di fermi, decine di feriti e panico generalizzato.

Chi comanda la PM e quindi la repressione brutale è il governatore del Partito dos Trabalhadores (PT), eletto en ottobre 2014, quando Dilma è stata rieletta con l’appoggio di Lula in uno degli episodi più infami di truffa elettorale.

Si tratta di un episodio particolarmente denso di significati per la fase che attraversano il governo federale (Dilma), il PT e il Brasile nel suo insieme.

Da quando Dilma ha vinto le elezioni, i lavoratori e i poveri sono travolti da violentissime politiche di austerità accompagnate di aumenti generalizzati dei prezzi amministrati. Ci troviamo dunque nel mezzo di una violenta recessione con forte inflazione e tagli generalizzati del già precarissimo sistema di protezione sociale.

L’indignazione è generalizzata, ma egemonizzata da un discorso di destra.

Dilma sta sull’orlo della destituzione e Lula corre il rischio di essere arrestato nell’operazione Lava Jato che ha già messo in prigione quasi tutti i dirigenti e padroni delle maggiori imprese di lavori pubblici. Una “mani pulite” tropicale che sta solo cominciando.

Dilma e il PT non riescono a parlare alla televisione senza che abbia luogo un incredibile e generalizzato “panelaço” in tutte le città del paese.

Il 15 marzo e il 12 aprile, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro Dilma e contro il PT, chiedendo la sua destituzione.

Il 16 agosto sono annunciate grandi manifestazioni per l’impeachment di Dilma e il 20, i movimenti “organizzati”(cioè finanziati dal governo federale) hanno annunciato una contro-manifestazione (tutto indica che quelle del 16 saranno gigantesche e le altre, quelle del 20, solo di apparato).

Ebbene, cosa fanno Dilma e Lula?

Da una parte continuano con la truffa discorsiva: gridano al “golpe” e cercano di mobilitare le sparute truppe di movimenti sociali “organizzati”e esangui in difesa della “legalità”.

Dall’altra cercano di salvare la pelle vendendo quella dei poveri e dei lavoratori e dando prove all’hard power che faranno le più infami politiche anti-popolari.

Golpe e movimenti

Dopo che il movimento di giugno 2013 è stato represso e squalificato dal PT e da buona parte della “sinistra” intellettuale, la giusta indignazione ha continuato a massificarsi ma è rimasta in balia di una retorica di destra, come avviene in Venezuela e in Argentina. La falsa polarizzazione di ottobre ha funzionato sul piano elettorale, ma ha consegnato la piazza alla destra che oggi mobilita manifestazioni gigantesche.
Questo spauracchio è continuamente agitato dal PT e soprattutto da Lula per mantenere la polarizzazione e quindi la truffa e una specie di proibizione di andare in piazza insieme alla giusta indignazione della moltitudine dei poveri. Scendere in piazza il 16 sarebbe stare con il “golpe”.

Ebbene, la grande e bella manifestazione del 12 agosto a Belo Horizonte mostra una breccia inaspettata.Migliaia di giovani protestano contro il governo e i per i servizi senza lasciarsi coinvolgere dalla mobilitazione della “destra” sociale.

Cosa fa il PT? La reprime in modo selvaggio !

Il PT vuole una piazza egemonizzata dalla destra per poter riprodurre la mistificazione elettorale e non esita a usare la repressione per farlo.

Il PT è oggi un ostacolo per tutti gli sforzi di consolidamento della democrazia.

Tra repressione e neoliberismo

Io scorso 12 agosto, il Parlamento brasiliano ha approvato un progetto di Legge inviato dal Governo Federale (da Dilma) che estende il reato di terrorismo in Brasile.
La legge approvata , infatti, definisce “atti di terrorismo”, con pena durissime (da 20 a 30 anni), tutte le pratiche di movimento: non solo quelle che abbiamo visto in azione nel giugno 2013, ma anche quelle del MST, dei sindacati ecc. Sarà terrorismo danneggiare il patrimonio pubblico e privato durante una manifestazione.

Nel frattempo, Lula e Dilma hanno partecipato sempre l 12 agosto ad una riunione della coalizione di maggioranza a Brasilia.

Sulla base dell’appoggio che hanno appena ricevuto di tutta la grande stampa (in particolare della Globo, in editoriale nazionale) e della Confindustria di São Paulo e di Rio de Janeiro, hanno discusso l’urgenza della messa in opera di una Agenda Brasil che praticamente contiene tutte le riforme neo-liberiste: da far arrossire il governo neo-liberale di Fernando Henrique Cardoso negli anni ’90: distruzione dell’universalità e della sanità pubblica; aumento dell’età pensionabile; legalizzazione della pratica del subappalto a tutti i livelli ecc. ecc.

Quel che resta di “sinistra” del PT è lo stalinismo, cioè una dose incredibile di cinismo per esplicitare il suo ruolo di architrave del capitalismo mafioso brasiliano.

Come sappiamo, lo stalinismo è immorale, cioè una forma di fascismo.

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