in questo scritto vorrei fissare il mio sentirmi inadeguato in questo tempo, sono un lavoratore che lavora da ” troppo tempo ” nello stesso luogo anche se, il luogo è lo stesso, ma la forma del luogo, l’attraversare nel luogo (via del garda 40 Rovereto) è molto diverso da quel lontano 13 marzo 1988. stare dentro la trasformazione del lavoro fino a diventare un dinosauro sperando di schivare i meteoriti non è piacevole, ridursi al essere un orpello del tempo che fu, del novecento, dopo che Renzi con il suo Job act ci ha fatto diventare ” aristocrazia operaia “. diciamo che se il mondo medievale divideva i “vassalli” in valvassori i dirigenti, vassalli appunto i capi o capetti, noi siamo i valvassini, ma comunque anche se sono un operaio o sempre pensato a non considerare la mia vita solo per questo, sì è vero faccio il delegato sindacale, cerco in qualche modo di schivare e aiutare a schivare il malessere del vivere ” al lavoro ” ma comunque non vorrei finire ad aspettare Godot o la pensione.
e quindi sono anche un attivista di un centro sociale e lì da un paio di anni ho deciso di non essere un depositario della nostra memoria da tramandare ai posteri anche perchè vedendo il presente com’è non è da andarci tanto fieri , quindi sentendosi inadeguato preferisco accompagnare e non dirigere vedo con favore il grosso lavoro fatto sulla casa da parte dello sportello una casa per tutti https://www.facebook.com/sportellocasapertutt , il lavoro del centro sociale Bruno su migranti ed altre questioni è per un territorio periferico notevole mi riconosco ( non sempre ) nella rete dei centri sociali del nord est , ma a volte penso che sia troppo poco e troppo difficile , una volta una mia collega di lavoro ed amica mi disse ” se mi dai un cucchiaino io non svuoto il lago di garda . è amaro pensarlo ma è fottutamente reale.
da un pò di tempo sto partecipando ad un progetto di storia orale sul clinamen il centro sociale di Rovereto dove ho iniziato la mia esperienza politica con le persone che poi sono andato in scontro per molti anni le differenze le vedo ancora notevoli ma mi sembra di riconoscere il quel periodo l’inizio degli anni novanta una prospettiva di un futuro non così fosco come è oggi.
per quanto riguarda il welfare si lo so tutto si restringe ma sento la nostalgia e la necessità del fare comunità vale di più che aspettare lo stato sociale in un uno stato che fa acqua da tutte le parti che solo nel suo essere mancante o nello sfrantumarti gli zebedei capisci solo allora Chi è stato!
ed è anche per questo che vi scrivo, io da quel lato sono anche fortunato vivendo in un piccolo paese con il bosco e le campagne vicine e quindi per scollegarmi e disconnettersi dalla velocità del tour de force o cominciato a camminare, cercando di pulire la mente dal ” troppo ” che ci circonda ….aspettando un occasione.
INCHIESTA
Le condizioni del vivere
Abbecedario (approssimativo) per un’inchiesta qualitativa online.
Stiamo tentando un esperimento che si è concretizzato in un I° incontro in Cox18 a Milano agli inizi di ottobre, dopo un primo lancio. L’idea è quella di coinvolgere tutt* coloro che ci leggono e/o sono collegati a Effimera.org attraverso la stesura di testimonianze relative ai vari ambiti critici che coinvolgono la nostra esistenza. Non siamo un centro di ricerca né un istituto demoscopico (né vogliamo esserlo) ma abbiamo un mezzo di comunicazione (Effimera.org) che si è affermato negli ultimi anni all’interno del pensiero critico e sovversivo. Abbiamo intelligenze, saperi, esperienze, desideri. We got live. Perciò vi proponiamo di partecipare a questa nuova sezione di inchiesta online leggendo le istruzioni qui sotto.