Ieri 6 agosto è stato sgomberato il centro sociale bolognese XM24, con il solito enorme spiegamento di forze di polizia, di blindati e pure di una ruspa (per far contento Salvini), che hanno tenuto in ostaggio per l’intera giornata il quartiere della Bolognina dove ha sede il centro sociale. Dopo una dura resistenza, è iniziata una trattativa con il Comune di Bologna, proprietario dell’area e principale responsabile dell’azione repressiva. L’incontro si è chiuso con un foglio firmato dall’assessore Lepore del Pd che, riconoscendo “l’importanza della progettualità politica sociale e culturale” di XM24, si impegna “a trovare una nuova sede adeguata in cui far ripartire le attività dello spazio, quanto prima e non oltre il 15 novembre 2019, a partire dalla valutazione degli immobili precedentemente proposti da Xm24 il 1° agosto”.
Il centro sociale XM24 nasce all’ex Mercato Ortofrutticolo di via Fioravanti 24 nel 2002, grazie ad una concessione firmata dall’allora sindaco (di destra) Giorgio Guazzaloca. Gli attivisti che lo animano arrivano dall’esperienza di Contropiani, una realtà nata in via Ranzani dal Bologna Social Forum, e concordano con l’amministrazione un trasferimento negli spazi di via Fioravanti.
Il nuovo spazio diventa punto di riferimento per le lotte contro la precarietà esistenziale e la crisi finanziaria del 2008-09. Vengono organizzate diverse attività di natura sociale e culturale (da corsi per i migranti a laboratori di informatica).
Nel 2016, la convenzione con il comune (a giunta Pd) non viene rinnovata. Il comune chiede la restituzione degli spazi e avvia l’iter per lo sgombero del centro sociale: iter che trova il suo finale compimento nella triste giornata di ieri.
Molte sono le voci che si sono sollevate a favore di XM24, a partire dagli stessi abitanti del quartiere.
Riportiamo qui sotto il comunicato di solidarietà dell’associazione Dyne.org e dell’associazione culturale Freaknet.org
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6 Agosto 2019
Luogo storico di aggregazione e cultura, il centro sociale XM24 a Bologna viene sgomberato oggi (ieri, per chi legge, ndr) alle 5 del mattino con ruspe e squadre anti sommossa, senza neanche dare accesso agli avvocati. L’ordine proviene da una giunta di presunta sinistra, la negoziazione (inesistente) e l’esecuzione sono una nuova macchia indelebile nella storia del nostro paese.
Così se ne vanno 17 anni di autogestione, cultura, arte, comunità e solidarietà, così se ne va un luogo di condivisione: senza l’assegnazione di alcun nuovo spazio, senza la riconoscenza di alcuna funzione per il tessuto urbano.
Così Bologna affonda se stessa, con le ruspe che ammucchiano il lavoro volontario e solidale di tanti di noi che han trovato ospitalità all’XM24: ci abbiamo lasciato tutti qualcosa, ora persa tra le macerie.
Ma la solidarietà non muore sotto i colpi dell’ipocrisia. L’associazione culturale Freaknet.org, primo medialab d’Italia, e la fondazione Dyne.org, salutano con solidarietà e affetto tutte le compagne ed i compagni che resistono, che hanno resistito, che hanno dedicato tanto a questo luogo ed alla sua crescita, che ci hanno aiutato tanto ad esistere nelle nostre istanze nomadiche a Bologna, che ci hanno insegnato che quella dell’hacklab non e’ solo una pratica elitaria isolata, ma di aggregazione e didattica dal basso sul riciclo e l’uso della tecnologia.
Ai pionieri come il collettivo dell’XM24 va l’arduo compito di subire uno sgombero, mentre in Europa si decanta l’attività di questo ed altri luoghi come esemplare per una rinascita culturale e sociale del nostro paese. Ma la storia resta un processo collettivo e mentre si cancellano i graffiti dai muri nascono quelli sul muro condiviso della nostra coscienza collettiva, quelli di una storia che non si dimentica.
Grazie XM24 e grazie a chi resiste: non finisce qui, come siamo da sempre in grado di fare un museo dalle macerie, così saremo sempre in grado di fare altri dieci, cento, mille XM24
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